La lingua italiana era privilegiata dalla scienza, prima dell’inglese

lingua italiana scienza academia della cruscaDal 16 al 18 marzo si è svolta a Firenze “Piazza delle Lingue“, manifestazione giunta quest’anno all’undicesima edizione, organizzata dall’Accademia della Crusca, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenze e in collaborazione con Unicoop Firenze.

Italiano e numeri

Tema di quest’anno era il rapporto tra l’italiano e i numeri ed è per questo che è stata intitolata I numeri dell’italiano e l’italiano dei numeri. Il mondo scientifico e quello umanistico hanno così avuto modo di incontrarsi e discutere di come la scienza usi la lingua: difatti, anche se si tratta di esperimenti serve sempre la lingua per parlarne e descriverli. E la cosa più importante è riuscire a rendere comprensibile la scienza anche ai non addetti ai lavori, dunque ai comuni mortali che non sono scienziati, ricercatori o studiosi.




Oggi, l‘inglese domina nel settore scientifico, ma le altre lingue nazionali rivestono comunque una parte importante; in particolare, per quanto riguarda la matematica, si è notato come in passato venisse adoperato moltissimo l’italiano. Difatti, molte espressioni entrate nell’uso comune e divenute proverbiali hanno proprio a che fare con i numeri, si pensi ad esempio a: “in quattro e quattr’otto”, “non c’è il due senza il tre”, “chi fa da sé fa per tre”, “sparare a zero”, “dare i numeri”, “avere i numeri giusti”, ecc. E non bisogna neanche trascurare il fatto che la matematica venga adottata nelle scritture segrete (crittografia) e quanto sia utile nella loro decifrazione. Si pensi alla figura di Alan Turing e all’importanza che le sue scoperte ebbero nel decifrare il “codice enigma” (utilizzato dai tedeschi per le proprie operazioni militari, durante la Seconda Guerra Mondiale).

Il presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, ha così spiegato il senso della manifestazione di quest’anno:

“Per dimostrare al meglio la nostra tesi, abbiamo lasciato la parola ai matematici i quali non hanno mancato di intessere le lodi della ricchezza del linguaggio matematico italiano, ancora molto influente in Europa fino all’inizio del Novecento. È doveroso ricordare che Einstein utilizzò la matematica di Levi-Cívita, uno studioso che aveva scelto di scrivere libri in italiano. E, detto per inciso, Einstein conosceva abbastanza bene la nostra lingua perché da ragazzo aveva abitato in Italia. Nel 1921 presentò la teoria della relatività a Bologna, chiamato dai matematici del luogo, tra i quali Federigo Enriques. Insomma: la matematica europea spesso parlava italiano”.




Galileo Galilei

Un altro esempio di scienziato che ha adoperato la lingua italiana nei suoi studi è quello di Galileo Galilei. Se per le prime opere prediligeva il latino, lingua colta e adoperata in ambito accademico, proseguendo con i suoi studi e le sue scoperte sui pianeti, ha poi preferito l’italiano, in modo che un numero maggiore di persone potesse venirne a conoscenza e fosse più comprensibile anche a chi non conosceva la lingua latina. Galilei è stato il primo ad usare il volgare per scrivere di scienza (lui adottava il fiorentino del Cinquecento). Ed ecco che al posto di ‘telescopio’ coniò ‘cannocchiale’, perché, sostanzialmente, questo strumento da lui inventato non è altro che una ‘canna’ in cui vengono inserite due lenti, una concava e una convessa, per far apparire più grande ciò che si osserva da lontano. Oppure, le ‘macchie solari’ da lui definite così, perché sembravano delle vere e proprie macchie sulla superficie del Sole. Termini ed espressioni semplici e abbastanza intuitivi, anche per chi è ignorante in materia di scienza. Inoltre, Galilei è ricordato per aver scritto anche di letteratura: Considerazioni sulla Gerusalemme liberataPostille e correzioni al Furioso. Dunque, il suo è un esempio di uomo in cui scienza e lettere e, dunque, numeri e lingua, convissero felicemente.

Italiano e scienza

Perciò, possiamo affermare con certezza che la matematica è molto presente nella nostra cultura e nella nostra lingua, infatti il curatore del noto dizionario Zingarelli, Mario Cannella, ha esaminato la quantità di termini legati ai numeri presenti nell’italiano e ha dichiarato che:

“Tra i circa 145.000 lemmi contenuti nello Zingarelli, alle ‘scienze dure’, come geometria, matematica, fisica, astronomia, è riservato uno spazio corposo, importante, costituito da un nucleo di svariate migliaia di parole”.

Lingua italiana nel mondo

Ma che ruolo riveste la lingua italiana a livello internazionale? Complessivamente, nella classifica delle lingue più parlate al mondo, l’italiano si attesta al 21° posto, nel nostro Paese lo parlano 58 milioni di residenti ed è una delle lingue ufficiali della Repubblica di San Marino, della Città del Vaticano, del Sovrano militare ordine di Malta e anche dell’Unione Europea. Non bisogna altresì dimenticare che la lingua italiana viene anche parlata in alcune zone della Croazia e della Slovenia ed fra le lingue più studiate a livello mondiale. A battezzare l’italiano è stato il sommo poeta Dante Alighieri, che grazie alla Divina Commedia ha elevato il fiorentino a rango di lingua letteraria nel Trecento. Nel corso dei secoli si è poi diffusa nel resto della penisola italiana, con tempi e modi molto diversi, a seconda delle varie regioni e anche a causa della situazione geopolitica molto particolare dell’Italia pre-unitaria.




Insomma, oggi la scienza parla quasi esclusivamente inglese, ma in passato era l’italiano a farla da padrone; perciò, preserviamo la nostra lingua, non è poi così antiquata e fuori moda, come sembra a noi. A furia di parlare di ‘network’, ‘meeting’, ‘location’ e ‘party’, ci siamo dimenticati che esistono anche: ‘rete’, ‘incontro’, ‘luogo’ e ‘festa’. Non usiamo l’inglese solo perché “fa figo”, anche l’italiano sa essere ‘cool’.

Carmen Morello

Exit mobile version