Di Eleonora Evi
In prossimità delle festività Pasquali aumenta l’intensità del trasporto di animali vivi che giungono in Italia dopo viaggi estenuanti.
Quello che ho visto con i miei occhi durante l’attività di controllo dei camion che trasportano animali vivi, organizzata dall’associazione Essere Animali, è stato sconvolgente.
Ogni anno, in prossimità delle festività pasquali, assistiamo a una vera e propria mattanza ai danni di migliaia di agnelli che vengono sottratti alle loro madri, trasportati in viaggi da incubo anche per 30 ore, ammassati, senza cibo, né acqua, né spazio sufficiente per muoversi e poi barbaramente uccisi nei macelli per finire sulle nostre tavole in rispetto di una tradizione crudele e anacronistica. Lo scorso anno, nei giorni antecedenti la Pasqua, oltre 140.000 agnellini di poche settimane di vita, secondo i dati Eurostat Comext, sono stati trasportati principalmente da Romania e Ungheria sino agli impianti di macellazione in Italia.
Per questo motivo ho deciso di dare il mio supporto ad Essere Animali, affinché, nel mio ruolo di europarlamentare membro della Commissione di inchiesta sul trasporto di animali vivi e in vista della revisione della normativa europea prevista nel 2023, potessimo monitorare l’applicazione sul campo del Regolamento europeo 1/2005 e tutte le sue lacune
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Durante l’attività di controllo abbiamo individuato fin da subito un camion che, già da un primo controllo visivo, violava evidentemente la normativa: un agnello ha viaggiato per ore incastrato in un’intercapedine tra i ripiani, nessuno dei quali a norma, in quanto l’altezza non consentiva agli animali nemmeno di muovere la testa. Abbiamo segnalato immediatamente la violazione alla Polizia stradale, ma ci sono volute diverse ore prima di poter fermare il camion e procedere con un’ispezione con la presenza di un veterinario per confermare l’illecito. Ho assistito personalmente ad una iniziale conferma delle irregolarità da parte del veterinario che però, dopo forti pressioni ricevute dal titolare dell’azienda di trasporti, si è rifiutato di procedere con la sanzione. Per fortuna la Polizia stradale, che ne aveva raccolto le dichiarazioni, l’ha confermata. Abbiamo inoltre rilevato che gli agnelli non riuscivano neanche ad abbeverarsi, in quanto, seppur a norma, l’impianto di abbeveraggio non è adatto alla specie. Una falla delle normative europee sulla quale bisogna intervenire con urgenza.
Il nostro appello è rivolto in particolare alla Commissione Europea affinché, nel processo di revisione del regolamento sui trasporti, vada oltre le raccomandazioni votate in Parlamento e si impegni ad ascoltare e adottare le richieste di cittadini europei e società civile. E ponga fine all’insensatezza di una normativa che consente di far nascere un animale in un Paese, allevarlo in un altro e macellarlo in un altro ancora. Non a caso l’Europa è il continente che esporta il maggior numero di animali vivi. Ma è necessario rivedere l’intero sistema alimentare attuale, incentrato sul profitto a tutti i costi e basato su pratiche di allevamento intensivo e industriale che non soltanto sfrutta altri esseri senzienti come merci, ma distrugge foreste, inquina suolo e acqua, aumenta le emissioni di gas serra e manda in bancarotta i piccoli agricoltori. Dobbiamo cambiare questo sistema, e dobbiamo farlo subito, perché non c’è più tempo da perdere