Il 26 marzo sono state pubblicate le nuove linee guida della Commissione europea sulle misure raccomandate a piattaforme online e motori di ricerca di grandi dimensioni per mitigare i “rischi sistemici” relativi alla disinformazione in vista delle elezioni per il Parlamento europeo del 6-9 giugno.
Le fondamenta delle nuove linee guida della Commissione
Le linee guida pubblicate dalla Commissione hanno come fondamenta il Digital Services Act (DSA), un set di norme che si pone l’obiettivo di creare uno spazio digitale più sicuro, in cui i diritti fondamentali degli utenti siano protetti e rispettati. Per conseguire questo ambizioso traguardo, il Digital Services Act definisce gli obblighi in capo ai providers di servizi online con più di 45 milioni di utenti attivi all’interno dell’Unione Europea.
Si tratta quindi dei grandi motori di ricerca (i cosiddetti VLOSEs) quali Google Serach e Bing, ma anche le grandi piattaforme online (VLOPs), fra le quali possiamo annoverare social media (Instagram, Facebook, Linkedin, Pinterest, Snapchat, TikTok, Twitter), ma anche Wikipedia, Youtube, Amazon Store, e diversi servizi di Google (Google Maps, Google Play, Google Shopping).
Il DSA definisce diversi tipi di rischi sistemici che VLOSEs e VLOPs dovrebbero valutare nel dettaglio per prevenire la violazione dei diritti degli utenti, in particolare vengono indicati quei rischi che potrebbero produrre “effetti negativi reali o prevedibili sui processi democratici, sul dibattito civico e sui processi elettorali, nonché sulla sicurezza pubblica”.
Mitigare i rischi online per le elezioni europee 2024
Per tutelare la democraticità dello svolgimento delle elezioni europee 2024, è cruciale che disinformazione e fake news vengano arginate prima che possano compromettere la qualità del dibattito pubblico in questi ultimi mesi di campagna elettorale. Proprio per questo motivo la Commissione ha ritenuto importante pubblicare delle linee guida per le grandi piattaforme e motori di ricerca, delle indicazioni da seguire prima, durante e dopo le votazioni.
Alla luce della loro capacità di valicare le frontiere degli Stati membri, VLOSEs e VLOPs sono invitati ad assicurare l’allocazione di “risorse adeguate” al rafforzamento dei propri processi interni, così da mitigare i rischi sistemici individuati nel DSA. Inoltre, ai grandi providers viene ricordato di implementare misure adatte ad ogni periodo elettorale e contesto locale, quali ad esempio la promozione di informazioni ufficiali e di iniziative di alfabetizzazione mediatica.
Parallelamente a questo, la Commissione caldeggia una generale riduzione della viralità di quei contenuti che potrebbero intaccare l’integrità dei processi elettorali. In quest’alveo si inserisce la richiesta di etichettare come tale la pubblicità politica, al fine di garantire il massimo grado di trasparenza. Attenzione particolare viene poi dedicata ai rischi legati all’intelligenza artificiale generativa: i contenuti creati dall’IA (come i cosiddetti deepfake) vanno chiaramente etichettati come tali, dice la Commissione, per consentire agli utenti di essere pienamente consapevoli della tipologia di informazione che gli viene proposta.
All’interno delle linee guida si consiglia poi di cooperare con le autorità nazionali e dell’UE, con gli esperti indipendenti e con le organizzazioni della società civile per promuovere un efficiente scambio di informazioni e facilitare l’uso di adeguate misure di mitigazione, anche nei settori della manipolazione e dell’interferenza dell’informazione straniera, della disinformazione e della sicurezza informatica.
Prossimi passi per combattere la disinformazione
I providers che non seguiranno queste linee guida dovranno comunque dimostrare alla Commissione che le misure adottate sono ugualmente efficaci nel mitigare i rischi relativi alla prossima tornata elettorale. Qualora la Commissione dovesse ricevere informazioni che mettano in dubbio l’adeguatezza di tali misure, sarà in suo potere richiedere ulteriori informazioni o avviare un procedimento formale ai sensi del Digital Services Act. Inoltre, la Commissione ha in programma uno stress test con le parti interessate alla fine di aprile per verificare l’uso più efficace degli strumenti e dei meccanismi di cooperazione che sono stati messi in atto.
Elena Miscischia