L’indice globale sulla schiavitù moderna conta 50 milioni di persone

L’indice globale sulla schiavitù moderna conta 50 milioni di persone

 

L’ultimo indice globale sulla schiavitù moderna stima quasi 50 milioni di persone coinvolte nel 2021: una cifra in continuo aumento.

L’organizzazione per i diritti umani Walk Free ha redatto per l’anno 2023 un indice globale sulla schiavitù moderna (Global Slavery Index 2023) con l’obiettivo di definire gli elementi di vulnerabilità e di discriminazione delle persone coinvolte e di raccogliere le risposte dei diversi governi per affrontare il problema. Infatti, la schiavitù moderna non ha niente a che vedere con le definizioni storiche della schiavitù in quanto opera oggi in situazioni diverse e tanto radicate da essere normalizzate. Tra le forme più diffuse rientrano il lavoro forzato, il matrimonio forzato o infantile, la servitù per debiti, lo sfruttamento sessuale, la tratta di esseri umani, la vendita e lo sfruttamento di bambini. Ciò che accomuna tutte queste pratiche è l’annullamento della libertà della persona schiavizzata a fini personali o finanziari degli sfruttatori.




L’indice globale sulla schiavitù moderna 2023

L’ultimo indice globale sulla schiavitù moderna raccoglie informazioni su 160 Paesi e conta dati a partire da fonti diverse. Tra le principali spiccano interviste e indagini sul lavoro forzato (68) e sui matrimoni forzati (75). Queste sono state condotte insieme all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), alla Counter Trafficking Data Collaborative (CTDC), all’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) e ai suoi partner per i dati sui servizi di protezione e assistenza alle persone vittime di traffici di esseri umani.

Le stime indicano che nel 2021 49.6 milioni di persone hanno vissuto in condizioni di schiavitù. Tra queste, i numeri più alti si registrano in Corea del nord (2,6 milioni), in Pakistan (2,3 milioni), in India (11 milioni) e in Cina (5,8 milioni). Tuttavia, numeri rilevanti si contano anche in Paesi come il Giappone (144 mila persone) e la Germania (47 mila persone). Le forme più comuni di schiavitù moderna sono il lavoro forzato (27,6 milioni) e il matrimonio forzato o infantile (22 milioni). Come evidenzia il report, il 54% del totale di questi casi coinvolge donne e ragazze, mentre una su quattro delle persone interessate è un minore. Inoltre si tratta spesso di situazioni non transitorie ma a lunga durata. Infatti, il lavoro forzato può essere protratto per anni e il matrimonio forzato è nella maggior parte dei casi una condanna a vita.

 

Numeri in continuo aumento

Come evidenziano le stime dell’indice globale sulla schiavitù moderna, il numero di persone coinvolte è aumentato di circa 10 milioni rispetto ai calcoli precedenti. Infatti, negli ultimi anni la già presente diffusione del problema ha subito le conseguenze della pandemia COVID-19, dei conflitti armati e dei cambiamenti climatici. Questi fattori hanno influito sulle interruzioni dell’occupazione e dell’istruzione, sull’aumento della povertà estrema e dell’immigrazione e sulle violenze di genere. Infatti, tra  i più colpiti ci sono persone che vivono in povertà o socialmente emarginate, quelle che svolgono lavori informali, quelle che fuggono da conflitti, disastri naturali e repressione dei diritti o che emigrano per cercare lavoro. 

Anche il deterioramento dei diritti civili e politici ha la sua influenza sull’aumento delle stime e coinvolge coloro che sono già vulnerabili, come i bambini, o che sono soggetti a discriminazioni, come donne e migranti. Per esempio, il matrimonio infantile è maggiormente diffuso nei Paesi con forti concezioni patriarcali che rafforzano disuguaglianze e discriminazioni di genere e che spesso promuovono leggi che negano diritti fondamentali alle donne o non definiscono un’età minima per il matrimonio. Altre situazioni esemplari sono quelle in cui il lavoro forzato è l’unica scelta in un sistema in cui le tutele lavorative sono carenti, come quelle che coinvolgono persone migranti. Con l’ultimo indice globale sulla schiavitù moderna Walk Free chiama all’azione i governi nazionali e la società civile intera al fine di dare forma a un dialogo sociale su questa problematica invisibile.

Stella Canonico

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