La parità di genere nell’Unione europea non ha mai raggiunto livelli così elevati. A dirlo è l’EIGE, ovvero l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, che ha presentato le conclusioni dell’indice sull’uguaglianza di genere nella giornata di martedì 24 ottobre 2023.
L’indice di parità di genere europeo è stato introdotto dall’EIGE come indicatore dello status quo, dieci anni fa.
Da allora il progresso è sempre stato minimo, ma nel rapporto di quest’anno qualcosa è cambiato. Infatti, è stato registrato il più grande avanzamento annuale nel punteggio complessivo in tutta la storia dell’Unione europea: l’indice ha raggiunto i 70,2 punti su 100 totali.
L’indice di parità di genere nell’Unione Europea migliora ma non in modo omogeneo: la situazione
Dai dati rilasciati da EIGE, il contesto europeo risulta essere sempre più propenso verso la parità di genere, ma la strada da fare ancora è molta. Il progresso registrato risulta essere non omogeneo se si prendono in considerazione i singoli Stati.
La classifica è dominata da Svezia, Danimarca e Olanda. Quest’ultime superano di gran lunga il punteggio medio dell’indice di parità di genere nell’Unione europea, che dal 60,6 del 2022 è passato al 70,2 del 2023. Sono seguite dalla Spagna che si posiziona al 4° posto.
Stati come la Bulgaria, Cipro, Grecia, Croazia, Lituania, Malta e Portogallo seppur con un indice sotto la media europea, stano recuperando velocemente il divario con gli altri Stati membri.
A chiudere la classifica, invece, vi sono Ungheria, Romania e Cecoslovacchia. Nonostante anche la loro posizione rispecchi un punteggio sotto la media generale, registrano una crescita lenta e un progresso limitato per quanto riguarda l’indice di parità di genere europeo.
L’Italia migliora, ma avanza ma ad un ritmo non elevato
L’Italia si posiziona sotto la media generale rispetto ai Paesi del G7 e del G20, andando ad occupare il 13°posto nella classifica europea. Va sottolineato, però, il netto miglioramento del punteggio italiano, che è passato dal 7.1 del 2010 al 68,2 attuale.
Dal 2020, il punteggio dell’Italia è aumentato di 3,2 punti. Ciò è stato possibile grazie ai miglioramenti nell’ambito delle attività assistenziali e in quello dell’impegno in posizioni di potere.
Però, un settore in cui ancora si evidenziano lacune è quello dell’occupazione, dove le disuguaglianze di genere sono evidenti e chiare. Infatti, tale problematica colloca l’Italia all’ultimo posto per la partecipazione e per la qualità del lavoro.
Le dichiarazioni di Helena Dalli e di Věra Jourová
In seguito, la dichiarazione rilasciata dalla Commissionaria per l’Uguaglianza, Helena Dalli, la quale sottolinea l’emancipazione e la responsabilizzazione delle donne a livello europeo:
“Nonostante le molteplici crisi che hanno messo a dura prova l’emancipazione e responsabilizzazione delle donne, i dati presentati oggi dimostrano che abbiamo mantenuto la rotta per attuare la nostra strategia a favore della parità di genere. Affinché le donne e le ragazze possano realizzarsi, occupare posti di rilievo ed essere libere, non dobbiamo perdere di vista le sfide ancora irrisolte. È fondamentale sostenere la proposta legislativa della Commissione per combattere la violenza contro le donne.”
Alle sue parole, si aggiungono quelle della vicepresidente per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová, che, invece, ribadisce la funzionalità delle azioni legislative europee in tale ambito:
“Osserviamo i progressi più significativi verso la parità di genere nell’UE in dieci anni. Ciò dimostra che l’azione legislativa funziona. Resta tuttavia ancora molto da fare, ad esempio, per porre rimedio al divario retributivo di genere e alla violenza di genere. Su quest’ultimo punto, invito i colegislatori a raggiungere un accordo costruttivo sulla nostra proposta sulla lotta contro la violenza contro le donne e la violenza domestica, per la sicurezza di tutte le donne e le ragazze.”