Quindici brevi bozzetti nati dalla penna di Maria Teresa Bartalena e illustrati con finissima sapienza artistica da Federico Vicari, con un unico filo narrativo: Milano, dal paziente zero in poi, durante i giorni che hanno inesorabilmente portato alla sua chiusura totale per evitare il diffondersi del contagio.
Il Coronavirus, che sembrava così lontano, palesa ora la sua presenza ed inizia, insieme con le ordinanze che fioccano dalla Regione, a plasmare le vite dei cittadini di questa grande metropoli. Piccoli gesti, abitudini che si trasformano per riuscire a piegare la propria esistenza quotidiana di fronte al nuovo nemico.
Ne “L’incubazione – Diario di una quarantena”, in una visione a tratti surrealistica, si corre a guardare come è cambiata la città nei suoi luoghi cardine: supermercati, piazze, banche, tribunali, teatri e ospedali.
Quindici sono i simboli di questa trasformazione che un nemico invisibile ha imposto, per quindici racconti e illustrazioni che ci restituiscono, come un diario, istantanee di una Milano in mutamento. A volte con sfrenata fantasia, sorretta tuttavia da una lucidissima visione del reale, altre con umorismo, ma sempre compassionevole e mai sarcastico.
Nonostante si cerchi di dissimularla, la paura c’è ed è palpabile, anche nei colori cupi e nelle figure straniate delle tavole, che seguono e realizzano con originalità icastica il punto di vista della scrittrice e ne riproducono, con grande compenetrazione, l’attenzione ai particolari, come se immagine e parola si completassero a vicenda in una solida armonia.
Maria Teresa Bartalena , Federico Vicari e Ultima Voce presentano, tra immaginazione, ironia e sentimento, una singolare visione dei 14 giorni che hanno portato allo stravolgimento della nostra quotidianità, dandoci la possibilità di riflettere, soprattutto nel finale emblematico, su una situazione seria quale quella che stiamo vivendo, guardandola da diverse angolazioni e con quella leggerezza di cui abbiamo tutti bisogno.
Si può risorgere anche dal peggiore degli incubi in una liberatoria risata.