Un imprenditore orientale ha deciso di replicare PizzAut anche in Cina. Un passo avanti verso l’inclusione e la tutela delle persone con autismo.
La società da sempre tende a considerare l’autismo come una malattia, sebbene sia un disturbo del neurosviluppo. Questo significa che l’autismo non si manifesta allo stesso modo in tutti i pazienti. Quante volte abbiamo visto dei ragazzi “diversi” o almeno così ci sembravano e magari li abbiamo esclusi da alcune attività? Per fortuna, sono nate diverse iniziative, come PizzAut, pizzeria di Nico Acampora, al fine di promuovere l’inclusione sociale delle persone con autismo.
Si sa che purtroppo la consapevolezza dell’autismo e la sua sensibilizzazione non è presente in tutti i paesi, ne è un chiaro esempio la Cina. Bisogna capire che la diversità non deve essere considerata un handicap.
L’autismo in Cina
L’autismo in Cina è più comune di quanto si pensi. Infatti, circa 1 bambino su 100 ha l’autismo, sebbene fino al 1982 non sia stato riconosciuto in Cina.
Sophia Xiang Sun, psicologo presso il Centro di ricerca Star Kay Bridge per i bambini con autismo a Xiamen, è consapevole di come la gente non abbia mai preso sul serio l’autismo. Di conseguenza, molti bambini autistici in Cina non sono tutelati dai servizi necessari e non dispongono nemmeno di un supporto educativo.
Il team di Sophia Xiang Sun nel 2021 ha deciso di sottoporre allo screening bambini autistici di età compresa tra i 6 e i 10 anni a partire da tre città: Jilin, Jiamusi e Shenzhen. In poche parole, hanno realizzato un test dello spettro autistico infantile (CAST) direttamente in mandarino da sottoporre agli studenti. Questo questionario aveva l’obiettivo di valutare i tratti autistici come, per esempio, i comportamenti ripetitivi e la capacità di gestire una conversazione.
A Jilin sono stati esaminati 7.258 bambini, diagnosticando l’autismo a 77 di loro, ossia poco più dell’1%. Invece, a Jiamusi hanno rilevato la presenza di autismo in 10 bambini su 16.358 mentre a Shenzhen in 35 bambini su 21.420.
Sophia Xiang Sun avrebbe detto che:
«La Cina ha una grande popolazione, quindi è ancora difficile dire che questo è rappresentativo di tutto il paese».
Il successo di PizzAut
La prima pizzeria PizzAut è stata aperta a Cassina de’ Pecchi nel 2021 per volontà di Nico Acampora. In molti lo considerano un visionario, altri si limitano a vederlo come padre di un ragazzo autistico, che ha dato vita a un progetto per tutelare suo figlio e tanti ragazzi come lui.
Oggigiorno, è facile essere presi di mira dalla società, anche senza motivazione, ma lo è ancora di più quando si è “diversi”. Motivo per cui, Nico Acampora ha pensato di aprire una pizzeria gestita interamente da ragazzi autistici, dandogli così la possibilità di condurre una vita “normale”. PizzAut non è solo una pizzeria, piuttosto un progetto di inclusione che vuole sottolineare come le barriere esistano solo nella nostra testa.
Nico Acampora ha confessato che:
«Capita che usino il nome di PizzAut anche negli appalti per ottenere i dehors, ma è gente che non ha niente a che fare con noi. Capisco la voglia di tante famiglie di replicare il modello, è anche la nostra per il bene dei ragazzi, ma il progetto del franchising è complesso e richiede tempo. Nell’attesa c’è chi “prende in prestito” il nostro nome per raccolte fondi, o iniziative delle quali non sappiamo assolutamente nulla».
In tanti hanno chiesto a Nico Acampora di aprire PizzAut nel proprio paese, intraprendendo con lui un percorso fatto di confronti e consigli.
PizzAut sarà replicato in Cina
Una richiesta inaspettata è giunta a Nico Acampora pochi giorni fa da un imprenditore orientale del Dragone che ha pranzato con il suo staff da PizzAut a Cassina de’ Pecchi. È rimasto affascinato da tale realtà, avendo anche lui come Nico Acampora un figlio autistico. Così avrebbe chiesto di replicare PizzAut direttamente in Cina, per sensibilizzare maggiormente l’autismo, dando maggiori opportunità a questi ragazzi, il cui futuro sembrerebbe già segnato.
Nico Acampora ammette che:
«È stato un incontro emozionante, ci siamo scambiati le nostre esperienze di padri. L’ospite mi ha raccontato che da loro ci sono 20 milioni di persone autistiche con scarse occasioni per il futuro».
Un gesto di grande cuore quello dell’imprenditore orientale, con la speranza di raggiungere una maggiore consapevolezza da parte della comunità cinese, ancora indietro rispetto a questo argomento.