Il razzismo colpisce ancora, questa volta a Pietraroja, in provincia di Benevento. Le città, i luoghi e le persone cambiano, ma le modalità in cui si mostra rimangono sempre le stesse. Lina Simons e suo sorella minore di 16 anni avrebbero dovuto lavorare nel ristorante “Cusanelli”, ma sono state rifiutate per la loro pelle scura. Lina Simons ha denunciato quanto successo con un video sfogo sulla sua pagina Facebook.
Tutto è cominciato quando un’amica di famiglia ha informato le due sorelle che il ristorante cercava personale. Hanno subito colto l’occasione, felici di tentare una nuova esperienza lavorativa. Tutte e tre sono andate al ristorante: sembrava già tutto deciso e il posto di lavoro assicurato. Il proprietario si è infatti mostrato gentile nei confronti delle due sorelle, spiegando anche loro dove potevano trovare da mangiare, in caso avessero fame.
I problemi sono affiorati quando la moglie del proprietario ha notato la sorella di Lina: le smorfie sul suo viso mostravano tutto il suo disappunto. Quando però ha visto Lina Simons, di carnagione particolarmente scura, il suo razzismo non si è più trattenuto. Ha iniziato a insultare le due sorelle, a gridare contro l’amica che le aveva accompagnate e contro suo marito, forse troppo umano per aver permesso loro di entrare nel ristorante. Lina Simons è stata insultata con parole talmente pesanti che preferisce non riportarle, anche per non mettersi sullo stesso livello di quella donna così accecata dall’odio razziale.
Quel che ha più ferito Lina Simons però non sono stati gli insulti:
La cosa più brutta non è stato l’episodio, di cui non mi è fregato minimamente, perché sono abituata a cose del genere, sebbene queste cose non dovrebbero accadere. La cosa più brutta è stata vedere mia sorella piangere, mia sorella soffrire per mano di questa gente, per mano del razzismo. Orribile.
Bisogna dire basta!
Un episodio che purtroppo la accomuna a tante altre vittime di razzismo, che ormai in Italia si sta diffondendo ogni giorno di più. Dai social network alla vita reale: ormai i razzisti non si nascondono più e alla prima occasione utile vomitano sul mondo che li circonda tutto il loro odio. Proprio per questo le altre persone, quelle che non condividono questi comportamenti, che non giudicano gli altri solo dal colore della pelle o dall’appartenenza etnica devono denunciare. Devono gridare basta e farlo ad alta voce. E devono trovare il coraggio dalle parole di Lina:
Volete davvero che vostro figlio domani magari non venga accettato perché è nero, perché è giallo, perché gay o perché è in un altro modo?
Camilla Gaggero