L’immunità di gregge è una via non percorribile nel caso del Covid – 19

L’immunità di gregge è una via non percorribile

Foto di Masum Ali da Pixabay

L’immunità di gregge è una via non percorribile nel caso del Covid – 19. È quanto emerso da uno studio recentemente pubblicato su The Lancet.

Ma andiamo con ordine.

Perché è così importante raggiungere questo “status”?  Perché, oltre al vaccino – che di certo non sarà pronto per l’autunno, ma verosimilmente verso l’inizio del 2021 – è l’unica soluzione per contrastare la pandemia. Ed era la strada auspicabile secondo molti. La più facile, di sicuro. Almeno fino a qualche giorno fa. Ma oggi sappiamo che potrebbe non essere possibile percorrerla.

Lo studio

La ricerca – divisa in tre fasi da aprile a giugno – ha preso in esame la popolazione spagnola, tra le più colpite dal virus.

Sono state analizzate esattamente 61075 persone. Che, tradotto, significa che questo è il più grande studio sulla sieroprevalenza condotto in Europa.



Risultati

Tra queste, il 95% non avrebbe anticorpi contro il Sars – Cov – 2. Ed il 14% dei soggetti risultati positivi al test in un primo momento non sono poi riusciti a mantenere gli anticorpi a distanza di alcune settimane.

E non solo. Dal momento che lo studio è stato progettato per ottenere dati rappresentativi sia a livello nazionale che provinciale, sono emerse marcate differenze territoriali. L’area metropolitana di Madrid ha una prevalenza superiore al 10%. Quella di Barcellona ha una prevalenza del 7% circa, mentre diverse altre province hanno valori più bassi, inferiori al 3%. E questo conferma il fatto che il virus si diffonde con maggiore facilità nelle realtà densamente popolate, sopra i centomila abitanti.

Considerazioni

Ciò che si evince è che l’immunità può essere incompleta, transitoria e può durare anche solo un breve periodo e poi sparire.

Infatti, come sostiene Ian Jones, professore di virologia all’Università di Reading:

“L’assenza di sintomi suggerisce un’infezione lieve, che non riesce mai a far funzionare abbastanza bene il sistema immunitario per generare la cosiddetta memoria immunologica. Chiunque risultasse positivo al test anticorpale non dovrebbe presumere di essere protetto. Potrebbero esserlo, ma non è detto che sia così”.

Secondo due scienziati chiamati a commentare lo studio sulla stessa The Lancet, Isabella Eckerle, capo del Centro di malattie virali emergenti di Ginevra e Benjamin Meyer, virologo all’Università di Ginevra:

 “Alla luce di questi risultati, qualsiasi approccio proposto per ottenere l’immunità di gregge attraverso l’infezione naturale non è solo altamente immorale, ma anche irrealizzabile”

 

Un dato importante da considerare è che anche in Svizzera – e negli altri paesi che finora hanno condotto studi analoghi – l’immunità si assesta mediamente su percentuali del tutto simili a quelle spagnole.

Cosa accadrà senza l’immunità di gregge?

Nell’ipotesi in cui si verificasse una seconda ondata di contagi, il virus potrebbe ricominciare rapidamente a circolare a livelli pandemici. Che significa che potrebbe non essere meno dura da affrontare della prima.

E se a questo aggiungiamo le ultime affermazioni dei 239 scienziati che hanno scritto una lettera aperta all’Oms – affermando che il Coronavirus viaggia nell’aria e quindi può essere trasmesso in molti più modi di quelli che immaginiamo – la parola d’ordine adesso è solo una: prudenza. Se l’immunità di gregge è una via non percorribile, non bisogna abbassare la guardia.

Anna Gaia Cavallo

 

Exit mobile version