L’illusione dei 150 falsi braccianti della ’ndrangheta

150 falsi braccianti della ’ndrangheta

A Sibaritide l’illusione collettiva dei 150 falsi braccianti della ’ndrangheta ha funzionato e come per magia il processo continua ad essere rinviato.
A pagare il prezzo della criminalità organizzata questa volta è una società per azioni che gestisce il lavoro interinale.

Realtà o illusione? Ci troviamo nella regione della Sibaritide dove i 150 falsi braccianti della ’ndrangheta hanno dato vita a un trucco di illusionismo che ha ingannato tutti.
Attualmente si stanno svolgendo un’indagine e un processo riguardante individui che si è scoperto essere falsamente impiegati come braccianti.
Nella terra di influenza della ‘ndrangheta 150 persone hanno contribuito ad organizzare un’enorme truffa ai danni dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, circa 600mila euro. I soggetti che hanno contribuito alla messa in scena hanno guadagnato indennità di disoccupazione, malattia riconosciuta dall’Inps e il versamento dei contributi previdenziali.
Per il giusto compenso ecco che lo spettacolo di magia ha dato il via a un’ illusione di di grandi dimensioni con giornate lavorative mai effettuate nel concreto e risarcimenti finanziari più che reali.
Il prossimo 18 gennaio, in un luogo altamente protetto noto come l’aula bunker in via Paglia a Catanzaro si terrà l’udienza preliminare. Questo evento è il risultato di una richiesta avanzata dal procuratore capo dell’antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, dal suo aggiunto Giancarlo Novelli e dal sostituto Alessandro Riello.
Si può già prevedere che la durata del processo non sarà affatto breve. Scavare nel passato e nel presente della mafia porta in superficie radici e diramazioni che non si pensava esistessero. In questo caso i collegamenti uniscono l’associazione criminale e un’ex amministratrice dell’ex comune di Corigliano.
In questa vicenda sempre più viscosa è importante sapere che la data del processo, segnata per il prossimo gennaio, non è altro che il frutto di un rinvio a giudizio risalente a maggio 2021 su richiesta del procuratore Camillo Flavio.
Il processo in questione è, infatti, stato rinviato più e più volte. Non è da escludersi che quel che è già accaduto possa ripetersi anche il prossimo gennaio, in quanto gli sviluppi non sembrano diminuire.
Procedendo di questo passo il rischio è quello di perdere la certezza della pena e i tempi ragionevoli di cui un processo dovrebbe essere provvisto.
Ecco perché quando si tratta di criminalità organizzata è necessario osservare con attenzione e andare sotto la superficie anche laddove ci sembra essere più cristallina.

                                                                                                                   Margherita De Cataldo

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