E’ sempre un argomento molto attuale. Nonostante il passare degli anni, assistiamo ancora a numerosi episodi di infanzia violata. Forse nessun film rispecchia il tema della prostituzione minorile come “Lilja 4 – ever”. Questa pellicola del 2002 è basata sulla storia vera di Dangoule Rasalaite, una ragazza lituana venduta come schiava del sesso in Svezia.
Il film spiazza lo spettatore per la sua crudezza, ma d’altra parte il suo crudo realismo è da apprezzare: queste cose succedono ogni giorno. Lilja è una ragazzina di quattordici anni che vive in una città che un tempo apparteneva all’Unione Sovietica. Non ha mai conosciuto suo padre, e sua madre è appena andata a vivere negli Stati Uniti con il suo compagno. Una sera, la ragazzina va in una discoteca con la sua migliore amica, la quale riceve dei soldi da un uomo per una prestazione sessuale. Il padre della ragazzina trova i soldi, e quest’ultima gli dice che è stata Lilja a prostituirsi per denaro. Ben presto, a scuola si sparge la voce, e Lilja viene denigrata e insultata.
L’unico a starle vicino è Volodja, un dodicenne maltrattato dal padre alcolizzato. Spesso il ragazzino viene cacciato di casa e va a dormire da Lilja, la quale vive da sola. I due stringono un’amicizia speciale, e Volodja si sente spaesato quando non è con la sua amica. Un giorno, la ragazzina è contattata dai servizi sociali, che la informano la rinuncia di sua madre al rapporto di parentela. Rimasta praticamente senza famiglia, incapace di sbarcare il lunario, Lilja inizia a prostituirsi. Nonostante l’umiliazione, è contenta di avere i soldi per fare la spesa. Inoltre, compra anche una palla da basket per Volodja, che la ringrazia commosso. I due ragazzini, ormai, non sono più solo amici: sono una famiglia.
Una sera, Lilja incontra Andrej, un ragazzo gentile e premuroso che le promette un lavoro in Svezia. Volodja pensa che il ragazzo abbia cattive intenzioni, ma l’amica non gli crede, e inizia a sognare la sua nuova vita. Il giorno della partenza, Volodja si sente abbandonato e si suicida con un’overdose di medicine. Andrej deve andare a trovare sua nonna, gravemente malata, e promette a Lilja di essere da lei in un paio di giorni. Arrivata in Svezia, la ragazzina incontra il suo nuovo capo, che la porta in un appartamento, dove la chiude a chiave. Il giorno dopo, l’uomo entra mentre la ragazzina sta facendo il bagno e abusa sessualmente di lei. L’uomo è un protettore, e la vende ad uomini molto più grandi di lei. La vita diventa sempre più insostenibile. Un giorno, l’uomo dimentica di chiudere la porta dell’appartamento, e la ragazzina ne approfitta per fuggire. In preda alla disperazione, senza sapere dove andare, si getta da un cavalcavia.
La storia sembra troppo terribile per essere vera, ma “Lilja” è esistita realmente. Il suo nome era Dangoule Rasalaite, attirata in Svezia con la promessa di un lavoro. Lì la ragazza è stata costretta a prostituirsi, incontrando ogni giorno anche trenta clienti. Non riuscendo a sfuggire alla terribile situazione, alla fine si è suicidata. La storia di Dangoule ha scosso il mondo intero nel 2000, rivelando dettagli agghiaccianti sulla “tratta delle minorenni”. La prostituzione minorile è una triste realtà molto conosciuta, che tuttavia continua a fare molto male. La storia di “Lilja” è stata raccontata per non dimenticare, affinché non si verifichino più questi orrori.
Veronica Suaria