Il dibattito sui vaccini continua, anche dopo l’approvazione del decreto. La parola questa volta è stata presa da Sonia Viale, assessore regionale alla sanità della Liguria che ha affermato: “”La Regione Liguria non farà mai il gabelliere sulla pelle delle famiglie che hanno dei dubbi sulle vaccinazioni“. Le sue parole non vanno fraintese: La Viale non è un’antivaccinista, non appoggia i no vax. Non accetta però l’impostazione data dal governo, basata su “coercizioni e sanzioni che non promuovono la cultura e la conoscenza di quella che è l’utilità e l’assenza di controindicazioni dei vaccini”.
La Viale non risparmia le parole, anche pesanti, criticando la scelta della Boldrini come un “ritorno al fascismo, in cui il ministero della salute era presso il ministero dell’interno”. La proposta alternativa dell’assessore è “affrontare i casi di ogni singolo bambino che vive nella nostra regione”: belle parole, ma nei fatti? Sebbene la Liguria sia una delle regioni con meno nascite, nel 2016 se ne sono registrate 9.901: l’assessore andrà a parlare personalmente con ciascuna famiglia? Un’utopia. O una bella frase, giusto per raccogliere consensi.
Se lo scopo è quello di informare le famiglie esistono molti modi, ma non rispettare un decreto trasmette un messaggio negativo. Soprattutto su un argomento così delicato che riguarda la salute di tutti. Il modo migliore per tranquillizzare le famiglie che hanno dei dubbi sarebbe promuovere delle campagne di informazione a livello regionale, così da coinvolgere maggiormente i genitori.
Per eliminare qualsiasi dubbio comunque basta l’evidenza delle prove scientifiche. Secondo i no vax è meglio rischiare di prendersi una malattia che andare incontro ai rischi della vaccinazione. Consideriamo una malattia molto diffusa in Italia, il morbillo, reputato dai più innocuo: dà lesioni permanenti in 1 caso su 1.000, mentre il vaccino contro il morbillo ha degli effetti collaterali gravi in circa 1 caso su 2 milioni. I numeri parlano chiaro.
Quali prospettive per una regione che rifiuta i vaccini?
Per chi ancora non fosse convinto, ecco un esempio concreto.
In Olanda tra il settembre 1992 e il febbraio 1993, in una comunità che rifiutava i vaccini per motivi religiosi, scoppiò un’epidemia di poliomelite. Questa interessò 71 persone, di cui solo una esterna alla comunità. 2 di essi morirono e 59 rimasero paralizzati; nessuno era stato vaccinato. L’epidemia rimase all’interno della comunità religiosa, senza diffondersi nel resto del Paese, in quanto la percentuale dei vaccinati in Olanda è vicino al 100%, proteggendo così anche gli individui più suscettibili grazie all’immunità di gregge.
Una coincidenza?
La storia ci offre un’altra prova schiacciante. Quella stessa comunità tra l’aprile del 1999 e il gennaio del 2000 fu colpita da un’epidemia di morbillo: Il 95% dei pazienti non era vaccinato, Vennero registrati 2.961 casi, tra cui tre decessi e 66 soggetti bisognosi di ricovero ospedaliero.
Queste prove possono essere sufficienti per i complottisti? Per chi nega la scienza, la sanzione è il minimo, perché non mette a rischio soltanto la salute di suo figlio, ma quella di tutta la comunità.
Camilla Gaggero
Ma se il proprio figlio sta bene, non ha problematiche o allergie perché non può farsi una malattia a casa propria in modo naturale come ce la siamo fatta tutti? Quando a 9 anni ho contratto il morbillo ho passato 2 settimane a casa, sono guarita, e sono rientrata a scuola. Come tutti. Senza problemi. Comunque un giornalista che scrive un articolo dovrebbe dare solamente la notizia, non fare propaganda pro pd. Cambi lavoro.