+Light Line: perché lo smartphone gode di attenzione anche mentre si cammina

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Camminare è uno stile di vita, un modo di essere, un modo di esserci. Camminare è lasciare il proprio segno nella memoria della strada, è incontro, è urto con corpi distratti. Camminare è incrociare sguardi, seguire ombre, cercare la parola mancante, magari proprio quella che segna la fine di una poesia iniziata da tempo.

Camminare è il rischio che piova, l’entusiasmo di arrivare, la prontezza per ricominciare. Camminare è tutto questo e tutto quello che ciascuno e ciascuna di noi mette nel proprio passo, nella propria corsa, nel proprio corpo. Già, perché camminare non è solo una questione di gambe: comporta la concentrazione di tutte le energie fisiche e mentali ed emotive della persona.

Ma questo sembra non valga più, perché mentre si cammina si deve rispondere al messaggio giunto sul cellulare, si deve controllare la posta elettronica, si deve dare una sbirciata a facebook o, peggio del peggio, si deve concludere la partita del giochino scaricato sullo smartphoneCamminare è il capo chino sullo schermo del dispositivo; è dita che compongono parole, che conducono una gara; è corpo e mente concentrati sul cellulare o sul tablet che attrae, che distrae più di come possa fare la realtà circostante.

E questo è un dato di fatto talmente affermato che il comune olandese di Bodegraven-Reeuwijk, situato nel sud dei Paesi Bassi, sta sperimentando il progetto +Light Line, con la collaborazione dall’azienda Hig traffic systems. Questo progetto consisterebbe nell’installazione di luci Led sul bordo della strada, ai semafori, che facciano luce (rossa o verde) sulle strisce pedonali. Anche i più distratti e le più distratte dal cellulare, saranno chiamati e chiamate all’attenzione dall’illuminazione e agiranno di conseguenza: attraversare la strada o aspettare il proprio tempo. Non c’è dubbio che l’idea sia geniale ed utile ma resta anche l’amarezza data dal fatto che tanta gente, troppa, rischia la vita perché concentrata sull’affare elettronico che ha tra le mani. La lettura fatta camminando non ha mai creato problemi del genere…

Eppure, passeggiando o correndo si scopre, si conosce, si riconosce, si ritrova, si ricorda, ci si emoziona, si cerca, si trova, si perde anche… ma è sempre vita. È sempre esserci, è sempre essere. E lo si può raccontare e non darsi per assenti a causa del messaggio o della mail o del like su facebook.

Camminare è la capacità e la responsabilità di essere presenti, a se stessi, a se stesse e a chi ci circonda: che non siano necessari Led colorati per ricordarlo. La strada, credo, è più che sufficiente.

Deborah Biasco

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