Licenziamento di Sam Altman, co-fondatore e amministratore delegato di OpenAI

licenziamento di Sam Altman

In una nota, la società statunitense OpenAI, ha annunciato il licenziamento di Sam Altman, co-fondatore e amministratore delegato della società, da parte del Consiglio d’amministrazione. Il suo ruolo è affidato ad interim alla chief technology officer Mira Murati. Greg Brockman, successivamente, si è dimesso dal ruolo di presidente del consiglio d’amministrazione di OpenAI.

Il licenziamento di Sam Altman

Sam Altman ha collaborato nel fondare OpenAI trasformando una piccola società di San Francisco in uno dei colossi della tecnologia invidiato da diverse società come Google e Meta. Per questo l’annuncio, in una nota del Consiglio d’Amministrazione della società californiana, del licenziamento di Sam Altman è considerata una mossa a sorpresa.

La società ha spiegato così il motivo del licenziamento in un comunicato:

L’allontanamento di Sam Altman fa seguito a un processo di revisione da parte del Consiglio di amministrazione, che ha concluso che [Altman] non è sempre stato sincero nelle sue comunicazioni

Il dubbio che sorge è su cosa abbia mentito o nascosto la verità l’amministratore delegato di OpenAI, una tecnologia molto avanzata ma che solleva molti dubbi a livello umano ed etico.

Il suo ruolo sarà coperto ad interim da Mira Murati, chief technology officer. Nel frattempo, OpenAI cercherà un sostituto a tempo pieno. Greg Brokman, anche lui co-fondatore insieme ad Altman, si è dimesso dal ruolo di presidente del Consiglio di amministrazione della società in seguito al licenziamento di Sam Altman, rimanendo però dentro la società e commentando così:

Sono super orgoglioso di quello che abbiamo costruito insieme iniziando nel mio appartamento otto anni fa. Abbiamo attraversato insieme momenti difficili e momenti fantastici. Ma considerate le notizie di oggi lascio. Continuo a credere nella missione di creare un’intelligenza artificiale generativa sicura e che porti benefici per l’umanità

Sam Altman e il suo successo

Sam Altman ha solo 38 anni, ma ha già una carriera importante nel mondo degli imprenditori e della tecnologia. Prima di assumere la carica di amministratore delegato di OpenAI è stato presidente dell’acceleratore di startup Y Combinator. Successivamente ha fondato la società di social networking Loopt. La sua consacrazione nel mondo imprenditoriale e dell’intelligenza artificiale arriva nel 2015, quando fonda insieme ad altri nomi di spicco, tra cui Elon Musk, la società OpenAI, diventando uno dei Ceo più importanti dell’intera industria tecnologica globale, fino a pochi giorni fa.

OpenAI è nata nel 2015 come associazione senza scopo di lucro per sviluppare in modo più sicuro sistemi di intelligenza artificiale sempre più avanzati. Nel 2019 diventa a scopo di lucro per i costi di costruzione e formazione troppo impegnativi. Nello stesso anno ha stretto una partnership con Microsoft che ha investito miliardi di dollari.

Nell’ultimo anno è diventato portavoce della rivoluzione tecnologica dell’intelligenza artificiale dopo aver rilasciato al pubblico la chatbot ChatGPT. Quest’ultima ha decretato il successo di Sam Altman per le sorprendenti capacità che hanno sbalordito i ricercatori del campo dell’intelligenza artificiale e hanno innescato una corsa tra le grandi aziende tecnologiche per costruire AI più potenti.

Pochi giorni fa era anche intervenuto al vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico a San Francisco. Esaltando, davanti a centinaia di leader aziendali e governativi, le funzionalità dei sistemi di AI che, a quanto detto da lui, se sviluppati in modo responsabile potrebbero risolvere i problemi più gravi e urgenti dell’umanità. Commentando:

Sarà la tecnologia più trasformativa e benefica che l’umanità abbia mai inventato

Dopo il licenziamento di Sam Altman e le dimissioni del presidente del consiglio d’amministrazione vedremo in che direzione si svilupperà OpenAI e lo stesso Altman. Le perplessità e le discussioni intorno ai sistemi di intelligenza artificiale non finiranno di essere dibattuti.

Luisa Campazzo

Exit mobile version