L’iceberg più grande del mondo si è staccato dalla sua piattaforma

L’iceberg

L’iceberg più grande del mondo si è staccato dalla sua piattaforma di ghiaccio e sta fluttuando sull’acqua. Si tratta dell’iceberg A-76, lungo 170 chilometri e largo 25, con un’area di 4.320 chilometri quadrati. Dimensioni simili a quelle dell’isola spagnola di Maiorca.


Il gigante di ghiaccio si è staccato dalla piattaforma Ronne Ice Shelf, in Antartide, e sta adesso galleggiando per il Mare di Weddell. A renderlo noto l’Agenzia spaziale europea (Esa), che ha ripreso dai satelliti le immagini del distacco. Lo scioglimento di cospicue masse di ghiaccio in Antartide e in Groenlandia e l’aumento del livello dell’acqua stanno preoccupando gli scienziati, secondo il New York Times.

L’iceberg e il riscaldamento globale: nessuna correlazione

Il blocco di ghiaccio è grosso come il Molise, ma le dimensioni non preoccupano gli esperti. Non è la prima volta: altri giganti di ghiaccio si sono staccati prima dell’ A-76. È il caso del     B-15 del 2000, con i suoi 11.000 chilometri quadrati. A rassicurare della portata dell’evento è il  glaciologo Massimo Frezzotti, impegnato nel dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre.

“Il distacco degli iceberg è un fenomeno ciclico, che rientra nella fisiologia. È attualmente l’iceberg più grande, ma non è anomalo,  in quanto iceberg di queste dimensioni si staccano dalle piattaforme di ghiaccio antartiche all’incirca ogni due anni.”





La neve che cade sulla calotta viene trasportata dai ghiacciai, che scendono verso le coste e alimentano le piattaforme di ghiaccio galleggianti. L’avanzata di questo fronte di ghiaccio copre un ritmo tra i 500 metri e un chilometro,  finché non si formano dei crepacci. Il loro graduale allargamento porta alla divisione della piattaforma, che si trasforma nell’iceberg.

Un fenomeno da non sottovalutare




La prima segnalazione del distacco è arrivata dal British Antarctic Survey, ed è stata confermata dall’Us National Ice Center. A catturare le immagini è stato il satellite europeo Sentinel 1 del programma Copernicus gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa). Sebbene si tratti di un fenomeno fisiologico, non bisogna abbassare la guardia sulla delicata situazione in Antartide. I cambiamenti climatici ci sono, e stanno correndo molto velocemente. La criosfera sta cambiando e la scienza non è ancora in grado di capire se i ghiacciai siano arrivati a un punto di non ritorno.

Elena Marullo

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