Il libro sacro del dittatore

Fino al 2006 il libro più diffuso in tutto il Turkmenistan era il Ruhnama, traducibile come Libro dell’anima, ed il suo incredibile successo è dovuto soprattutto al fatto che l’autore era Saparmurat Atayevich Niyazov (1940-2006),  salito al potere nel 1992 in seguito ad elezioni “regolari” in cui l’unico partito consentito dalla legge era il suo e l’unico candidato era lui.

Il Ruhnama è un pastrocchio filosofico-morale in due volumi in cui Niyazov spiega la vita l’universo e tutto il resto dando anche le regole etiche, familiari, sociali e religiose per il popolo (che poi in molti casi divennero leggi dello stato).  Destinato a diventare la guida spirituale del paese, l’autore dichiarò il Ruhnama libro sacro alla pari della Bibbia e del Corano, anzi meglio perché il Padre e Guida di tutti i turkmeni (titolo che da buon dittatore Niyazov si è graziosamente autoattribuito) garantì che grazie ad una sua personale intercessione con Dio “Chi leggerà per tre volte il mio libro conoscerà il divino e andrà in paradiso“.




Però, tanto per andare sul sicuro e garantire il successo del suo libro, fece una legge per cui ogni cittadino del paese è tenuto a leggerlo (anche una volta sola, se a uno non interessa il paradiso…). Inoltre lo rese obbligatorio come testo di riferimento e citazione non solo in tutte le scuole (materia di studio e di esame dalle materne all’università…) e in tutte le cerimonie pubbliche ma anche nelle moscheee e nelle cerimonie religiose, e gli imam che rifiutavano di mettere il Ruhnama sullo stesso piano del Corano come testo di riferimento e di citazione venivano indagati e sottoposti ad interrogatori da parte della polizia. Inoltre criticare il libro o comunque mancarci di rispetto era considerato alla stregua di un attentato al capo dello stato e poteva essere punito con il sequestro dei beni, il carcere, la tortura; se l’offesa era grave non veniva punito solo il reo, ma anche la sua famiglia.

E tanto per essere sicuri che la gente lo leggesse sul serio, tutti i dipendenti pubblici di ogni ordine e grado e i medici dovevano saper citare a memoria il Ruhnama, gli studenti che volevano accedere all’università dovevano sostenere un colloquio sul  Ruhnama -anche  questo con verifica della conoscenza a memoria, e la stessa cosa veniva richiesta a chi voleva farsi la patente di guida. A pensarci bene, il paradiso deve essere pieno di dipendenti pubblici turkmeni che hanno studiato e guidano la macchina…

Come ogni dittatore che si rispetti, anche Niyazov ci dava dentro col culto della personalità e pure il suo libro ha un culto tutto suo: brani del Ruhnama vengono regolarmente letti in forma solenne alla televisione; citazioni sono presenti in migliaia di manifesti e iscrizioni sugli edifici pubblici e religiosi; dal 25 agosto 2005 una copia del libro orbita intorno alla Terra dopo un viaggio  sulla navicella “Dniepr”.

Il Ruhnama viene poi celebrato in cerimonie e spettacoli con fastose scenografie, le più imponenti e importanti presso il monumento nel Parco della Memoria, una statua meccanica gigantesca che ogni sera alle 8 si apre con un fantastico spettacolo di luci e giochi d’acqua mentre gli altoparlanti diffondono per tutto il parco delle registrazioni di brani scelti.

Dopo la morte di Niyazov, il suo successore Kurbanguly Berdymukhammedov sta gradualmente eliminando il culto di Niyazov e del suo libro: ad esempio, nelle scuole il Ruhnama rimane ancor oggi materia di studio, ma dal 2011 è facoltativa e per una sola ora alla settimana e la sua lettura non è più obbligatoria per legge. Continua invece ad essere obbligatoria per l’accesso a tutte le facoltà universitarie: che si tratti di matematica, biologia, psicologia o altro ancora, alle specifiche materie d’esame viene sempre aggiunto il “Sacro Ruhnama”.

Va detto però che come Berdymukhammedov sta rimpiazzando le statue, i manifesti, ecc. di Niyazov con i propri, sta a poco a poco sostituendo anche il Ruhnama con gli scritti suoi: nelle cerimonie al posto del Ruhnama, come testi di obbligatorio riferimento e citazione, si leggono ora le opere del  molto più poliedrico Berdymukhammedov,  scritti che spaziano dall’economia alla storia, dalla sanità alla religione, dall’erboristeria alle corse dei cavalli. Come dire, morto un libro se ne fanno tanti altri.

 

Remo Bodoer

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