Libra nello spazio, da Santa Sabina a Marc Chagall

Libra nello spazio, da Santa Sabina a Marc Chagall

Libra nello spazio il carro di Elia

Libra nello spazio il carro che trasporta Elia, nella sua Ascensione in cielo come raccontata nell’Antico Testamento all’interno del secondo libro dei Re. In una chiesa di Roma sull’Aventino questo soggetto è presente in un reperto di fondamentale importanza per la teologia e l’arte dei primi secoli della cristianità. A Santa Sabina, infatti, è ad oggi ancora visibile in loco una sua porta lignea; nonostante alcuni interventi successivi, è datata nella sua interezza al quinto secolo d. C., come tutto il portato iconografico delle raffigurazioni nei riquadri ricavati su di essa.

L’ascensione di Elia prefigurazione di quella di Gesù

Nel sistema di interpretazione figurativo delle Sacre Scritture, la salita al cielo di Elia è anticipazione, in tutta la sua storicità di evento realmente avvenuto, di quella di Cristo, che conclude le sue apparizioni terrene dopo la Resurrezione. L’intagliatore della scena, uno dei due all’opera per la porta di Santa Sabina, ha sottolineato il moto ascensionale dotandolo di una potente evidenza. Dal suolo, dove è presente il discepolo di Elia Eliseo, culmina nell’angelo in cielo, passando per la figura intermedia di Elia che sul carro sta raggiungendo il mondo celeste.

Verso l’alto seguendo la concatenazione delle figure

La composizione e la costruzione delle figure umane domina la scena; tramite di esse un forte senso di movimento pervade il contesto paesaggistico definito loro attorno da elementi naturalistici che subiscono la grandezza dei personaggi della storia. In maniera immediata lo spettatore è spinto a salire in alto con lo sguardo seguendo i particolari del soggetto; il braccio di Eliseo, il mantello del profeta e il bastone dell’angelo creano come una scala ripida che porta subitamente alla sommità dell’asse centrale della raffigurazione.

Libra nello spazio la poesia di Marc Chagall

Librano nel ventesimo secolo le figure dei quadri di Marc Chagall. In un’opera che non deve più illustrare rigorosamente temi dottrinali, ma trova comunque un proprio fondamento nella tradizione ebraica propria della cultura dell’artista, si sprigiona il volo dei personaggi sopra spazi urbani quanto naturali, si dislocano gli elementi simbolici, fino a coinvolgere nel libero gioco di apparizioni e movimenti l’accostamento delle tinte cromatiche.

Le libere direttrici della sua fantasia

Si anima la superfice pittorica secondo l’immaginazione dell’autore; lo sguardo dello spettatore torna a muoversi seguendo il ritmo delle diverse direttrici. Nessun gruppo di figure incardinate tra di loro come nella raffigurazione del Ratto di Elia, dove il moto era didascalicamente incanalato nell’asse centrale del riquadro ligneo; tornano invece anche in Chagall le deformazioni di scala nei rapporti tra le figure, che seguono nell’artista russo la pura arbitrarietà delle scelti personali. Nei cieli di Vitebsk vola il gallo uomo, sopra la città di cui l’artista divenne Commissario dell’arte nel primo periodo dopo la Rivoluzione Russa; nell’intimità della propria casa raffigurata ne “Il Compleanno”, si protende fino ad alzarsi dal pavimento per dare un bacio alla sua amata. In tele come la “Crocifissione bianca”, persone, animali, oggetti appaiono da ogni dove nel fluire fantastico della creatività dell’artista.

Exit mobile version