Liberto Jordan Anderson, da schiavo a uomo libero. La sua storia in una lettera ironica e incisiva

liberto

Nel 1825, all’età di circa 8 anni, Jordan Anderson (a volte scritto “Jordon”) fu venduto come schiavo e visse come servitore della famiglia Anderson per 39 anni. Nel 1864, l’esercito dell’Unione si accampò nella piantagione di Anderson e lui e sua moglie, Amanda, furono liberati.

Nei primi anni di vita, Jordan ancora bambino, appena arrivato, venne “regalato” al figlio del generale Anderson, Henry, come compagno di gioco. Cresciuto, il giovane Jordan iniziò a lavorare nella piantagione della famiglia.

Lì conobbe un’altra schiava, Amanda, che sposò poco tempo dopo. Dopo la liberazione la coppia arrivò sana e salva a Dayton, Ohio. Nel luglio del 1865, Jordan riceverà una lettera dal suo ex proprietario, il colonnello Anderson.  In questa lettera si chiedeva al liberto di tornare a lavorare nella piantagione della famiglia Anderson, per risollevarla dal caos in cui era caduta dopo la guerra.

Jordan scriverà in risposta a questa lettera una dichiarazione esilarante, ironica e seria allo stesso tempo. Il Cincinnati Commercial pubblicherà la lettera del liberto che sarà intitolata “Lettera di un liberto al suo vecchio padrone”.

Cosa successe dopo

Quando Henry seppe che i soldati dell’Unione avevano liberato i suoi schiavi, prese un fucile e inizio a sparare. Inoltre, Henry promise che, se Jordan fosse tornato nella piantagione, lo avrebbe ucciso.

Dopo la liberazione, Jordan lavorò un po’ di tempo in un ospedale e successivamente trasferitosi con la famiglia a Dayton, garantì ai figli una buona istruzione. Quando ricevette la lettera, Jordan non riuscì credere ai suoi occhi ed elaborò una risposta sottile, penetrante.

Un sottile velo di ironia

Questa lettera è un esempio di ironia e di dignità. Jordan riesce, con estrema delicatezza, ad andare a fondo, a scavare dentro di sé e a far emergere il proprio stato d’animo. Spiegando chiaramente e mostrandoci la sua situazione di schiavo e la sua nuova condizione di liberto.

Con estrema ironia, Jordan chiede a Henry il pagamento di 50 anni di lavoro tra lui e la moglie. Per tutta risposta Jordan non riceverà mai alcuna lettera. Sappiamo infatti che dopo alcuni anni la piantagione fallirà, non essendoci più schiavi disposti a lavorarvi.

Questa lettera non rappresenta solo una “vendetta” ironica nei confronti di un proprietario, ma era certamente di più.

Era un aiuto per tutti gli schiavi costretti a un lavoro e a nessun tipo di diritto.

Era un esempio da seguire.

Era la dimostrazione del valore di un uomo.

Era la prova della dignità dell’uomo.

Perché il lavoro nobilita l’uomo, ma le condizione devono essere tali da poterne garantire i diritti.

La richiesta del pagamento

[…] Per quanto riguarda la mia libertà, che tu dici di poter avere, non c’è nulla da guadagnare su questo punto, dal momento che ho ottenuto i miei documenti gratuiti nel 1864 dal Provost-Maresciallo Generale del Dipartimento di Nashville. Mandy dice che avrebbe paura di tornare indietro senza una prova che eri disposto a trattarci giustamente e gentilmente; e abbiamo concluso per testare la tua sincerità chiedendoti di inviarci la nostra paga per il tempo che ti abbiamo servito. Questo ci farà dimenticare e perdonare i vecchi punteggi, e fare affidamento sulla tua giustizia e amicizia in futuro. Ti ho servito fedelmente per trentadue anni, e Mandy per venti anni. A venticinque dollari al mese per me, e due dollari a settimana per Mandy, i nostri guadagni ammonterebbero a undicimilaseicentottanta dollari. (Circa $ 178.000 oggi) Aggiungete a questo l’interesse per il tempo in cui sono stati trattenuti i nostri stipendi e dedotto quello che avete pagato per i nostri vestiti, e tre visite mediche a me, e tirando un dente per Mandy, e l’equilibrio mostrerà ciò che siamo in diritto diritto a . Si prega di inviare i soldi da Adams’s Express, a cura di V. Winters, Esq., [267] Dayton, Ohio. Se non ci paghi per le fatiche del passato, possiamo avere poca fiducia nelle tue promesse in futuro. Confidiamo che il buon Creatore abbia aperto gli occhi sui torti che tu e i tuoi padri avete fatto a me e ai miei padri, facendoci faticare per generazioni senza ricompensa. Qui traggo i miei salari ogni sabato sera; ma nel Tennessee non c’era mai un giorno di paga per i negri più che per i cavalli e le mucche. Sicuramente ci sarà un giorno di resa dei conti per coloro che frodano il lavoratore del suo affitto.

Irene Amenta

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