La città di Monfalcone, situata nel cuore del Friuli Venezia Giulia, è diventata lo scenario di una controversia legale che ha scatenato un acceso dibattito sulla libertà religiosa e sull’integrazione culturale. Al centro di questa disputa si trova il circolo culturale islamico Baitus Salat, che ha presentato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro un’ordinanza comunale che limitava l’accesso all’area dell’edificio utilizzato per le preghiere. Il TAR si è espresso sulla negata libertà di culto a Monfalcone e ha accolto il ricorso dell’associazione musulmana, ha poi sollevato interrogativi cruciali sulla gestione delle pratiche religiose e sull’atteggiamento delle istituzioni locali nei confronti delle minoranze etniche e religiose.
La questione però non si è conclusa, poiché il problema dell’integrazione sociale e religiosa deve essere ancora risolto: entro una settimana infatti, si dovranno organizzare dei tavoli di confronto per capire e individuare luoghi di culto per poter esercitare la pratica del Ramadan.
La decisione del Tribunale Amministrativo sulla libertà di culto a Monfalcone
Il Tribunale amministrativo regionale del Friuli Venezia Giulia ha emesso una decisione favorevole al ricorso presentato dall’associazione musulmana di Monfalcone, Baitus Salat. Il circolo culturale musulmano ha presentato un’istanza contro la negazione della libertà di culto a Monfalcone riguardante un’ordinanza comunale che vietava l’accesso all’area dell’edificio utilizzato per le preghiere, compreso il cortile.
Secondo il TAR, l’uso dell’area esterna dell’immobile per questo scopo è consentito, ma è stato confermato il divieto di utilizzo dell’edificio a causa della mancanza del certificato di agibilità. Dopo la decisione del tribunale amministrativo, il Comune ha preso un secondo provvedimento, con delle rivendicazioni di limitazione della libertà di culto a Monfalcone.
Contestazioni e pronunciamenti giudiziali
Il contenzioso tra il comune di Monfalcone e due centri culturali islamici – oltre a Baitus Salat, anche Darus Salaam – ha visto il Consiglio di Stato pronunciarsi su un’ordinanza che sollecitava l’amministrazione comunale a individuare siti alternativi per consentire ai credenti di esercitare la loro religione. La lotta delle associazioni per la libertà di culto a Monfalcone non si è infatti fermata al solo TAR, che in un primo momento aveva respinto la loro istanza. Hanno infatti adito al Consiglio di Stato che, nella pronuncia della scorsa settimana, ha sostenuto che bisogna usare e trovare dei “siti accessibili e dignitosi” per la pratica religiosa islamica, sopratutto nel momento del Ramadan.
Nel 2023, la sindaca leghista Anna Maria Cisint aveva proposto il divieto del burkini nelle spiagge di Monfalcone, suscitando polemiche. La sindaca ha mostrato posizioni islamofobe in varie occasioni, opponendosi al rispetto del Ramadan e criticando l’integrazione dei musulmani. La comunità islamica locale ha quindi optato per pregare in piccoli gruppi nelle case private.
Reazioni e riflessioni sulla sentenza
Mentre si risolve questa controversia legale, recenti sentenze hanno messo in discussione le azioni dell’amministrazione comunale. Il Consiglio di Stato ha imposto al Comune di trovare luoghi adeguati per le preghiere collettive dei musulmani, mentre il TAR ha respinto le argomentazioni del Comune riguardo al divieto di accesso a un piazzale esterno dell’edificio utilizzato da una delle associazioni islamiche.
Nonostante le ordinanze restrittive non siano state annullate, la sindaca Cisint ha dichiarato vittoria, sostenendo di avere ragione e accusando i musulmani di violare la legge. Resta però da trovare una soluzione concreta per consentire ai musulmani di pregare in un ambiente adeguato. La politica della Sindaca Cisint è però stata sempre fuorviante: dopo la decisione presa da Palazzo Spada, la sindaca ha rivendicato la chiusura dei luoghi di culto e la fondatezza e validità dell’ente locale friuilano.
Il tavolo di confronto per stabilire una rigorosa libertà di culto a Monfalcone è organizzato entro i prossimi sette giorni. L’ordinanza del Consiglio di Stato sollecita di trovare un confronto soddisfacente per entrambe le parti, affinché venga applicato e rispettato il diritto universale “garantito dalla Costituzione”.
Il tentativo di difendere i diritti e la xenofobia di un popolo conservatore
Il confronto sulla libertà di culto a Monfalcone tra l’amministrazione comunale di Monfalcone e le associazioni musulmane continua a sollevare questioni cruciali riguardanti la libertà e la sicurezza religiosa musulmana, oltre che la sua integrazione nella società italiana. Mentre i tribunali emettono sentenze che mettono in discussione le azioni del comune, è fondamentale trovare un equilibrio che rispetti sia i diritti delle minoranze religiose sia le leggi locali. La sfida per il futuro sarà quella di promuovere la coesistenza pacifica e il rispetto reciproco tra tutte le comunità, garantendo al contempo la sicurezza e il benessere di tutti i cittadini.
Dopo il silenzio della sindaca Cisint, molte sono state le proteste in piazza contro la decisione del Consiglio di stato e a sostegno della sindaca di fede politica leghista. Cisint è vista come una resistente, una persona che lotta per la propria terra, per i valori e la propria gente: cori, urla, slogan in sostegno di un razzismo e un’islamofobia sempre più evidente e riluttante.
Un mondo nel quale ognuno possa liberamente professare la propria fede religiosa, senza limiti di forma, di luogo o di tempi.
Un sogno che questo mondo deve riuscire a rendere realtà…..l’alternativa è l’eterno conflitto al quale stiamo, ahinoi, assistendo da tempo a vantaggio di politici opportunisti e poco lungimiranti.
Rendere libera la persona. Renderla libera di esprimere la propria identità… religiosa, politica, etnica!
Ogni pensiero contrario è benzina sul fuoco di identità rigide e incapaci di guardare al futuro, ad un mondo aperto dove il rispetto sostituisca l’odio …. troppo spesso fondato su interessi “politici” e certamente non “ideologici” in senso stretto.
L’accettazione di ogni forma di diversità è la cura dei mali di questa epoca..