Liberi Nantes è una comunità aperta dove insieme coltiviamo la libertà, il rispetto e l’accoglienza. Crediamo nel Gioco come dimensione universale di crescita umana e proponiamo lo Sport come strumento di incontro e sviluppo reciproco.
Liberi Nantes: sport e inclusione
Liberi Nantes è un’associazione sportiva dilettantistica nata nel 2007 a Roma, nel quartiere Pietralata, per la promozione e la diffusione del gioco e dello sport come strumenti per la crescita umana e l’inclusione sociale. È sostenuta da una rete di volontari che fa della condivisione e del gioco di squadra i suoi punti di forza.
Il nome dell’associazione, come indicato sul sito, deriva da un verso dell’Eneide virgiliana e, nel contesto associativo vuole significare
Nuotatori liberi di navigare le acque del Mediterraneo e mettersi in salvo scappando da guerre, persecuzioni e situazioni umanitarie drammatiche.
Infatti si rivolge primariamente ai rifugiati politici che arrivano nella periferia romana attraversando il Mediterraneo. Ne accolgono circa 200 ogni anno e ne fanno degli atleti coinvolgendoli nelle squadre di calcio maschili e femminili e in altre attività sportive come touch rugby (una versione più soft del rugby tradizionale), atletica, ginnastica, escursionismo e trekking urbano. Attraverso lo sport, poi, si promuove l’apprendimento dell’italiano.
L’obiettivo è quello di garantire ai migranti alcune ore di svago che gli consentano di rafforzare i legami sociali con altri migranti e con il resto della comunità del quartiere.
Lo sport è inclusione, crea legami, insegna a rispettare regole e beni comuni, fa evadere dalle realtà più dure e, nello specifico caso di Liberi Nantes, aiuta a recuperare la fiducia in se stessi e nel prossimo.
Rivitalizzare il quartiere partendo dal campo sportivo
Nel 2010 Liberi Nantes, alla ricerca di un posto da chiamare casa, prende in gestione il campo sportivo XXV Aprile che versa in stato di semi abbandono. Infatti è ormai dagli anni ’90, da quando l’Albarossa, la storica squadra di calcio di Pietralata, ha serrato i battenti che è stato dismesso.
Dopo un restyling completo del campo e delle strutture immediatamente adiacenti, nel 2015 è finalmente omologato per le partite della Federazione Italiana Gioco Calcio e così, la Liberi Nantes ha messo il primo tassello per diventare finalmente una squadra di calcio a tutti gli effetti. È solo nel 2019, però, che in collaborazione con UNHCR e ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) Liberi Nantes può prendere ufficialmente parte al campionato di calcio di terza categoria.
Nel frattempo il campo sta tornando al centro delle attività di quartiere, promosse dall’associazione sportiva in collaborazione con la cittadinanza stessa che, attirata dalla nuova vitalità che si respira attorno alla squadra promuove iniziative, feste di quartiere e manifestazioni sociali e culturali dove la comunità migrante e quella locale si incontrano, si conoscono e stringono legami.
Il progetto rientra in un più ampio progetto di rigenerazione urbana che intende riqualificare il quartiere partendo dal basso e cioè dai cittadini stessi.
Roma Pietralata
Il quartiere è nella periferia nord est di Roma. Una periferia relativamente tranquilla e multietnica, servita dalla metropolitana che la collega al centro della città in meno di mezz’ora di viaggio. Come tutte le periferie presenta tracce di degrado e di abbandono ma, tutto sommato, è ancora ben conservata.
Un progetto, peraltro, prevede una sostanziosa riqualificazione dell’area perché, se tutto va bene, il quartiere sarà la sede del nuovo stadio della Roma. I lavori dovrebbero iniziare nel 2024 e, l’auspicio, è che finiscano entro il 2027, per la ricorrenza del centenario della nascita della squadra.
Nel frattempo, però, Liberi Nantes prosegue nella sua opera nella quale volontariato, sport, inclusione e comunità si uniscono e creano qualcosa di bello prendendosi cura di realtà altrimenti abbandonate a loro stesse.
I progetti sportivi di Liberi Nantes
Liberi Nantes è un esempio concreto della bellezza che può generare lo sport e, tra tutte le attività portate avanti, spiccano alcuni progetti in particolare:
- Football for Unity è stato promosso dalla UEFA Foundation for Children e co-finanziato dalla Commissione europea. È un progetto internazionale di cui Liberi Nantes fa parte e promuove il calcio come diffusore di valori di uguaglianza in contrasto a razzismo e discriminazione di ogni altro tipo.
- S(Up)Port Refugees Integration, invece, è un progetto di inclusione sociale dedicato specificamente a giovani donne migranti che prevede alcune attività sportive come il calcio, il rugby, l’atletica leggera e la ginnastica.
Per tutti l’obiettivo fondamentale è quello di restituire ai migranti
Uno spazio di socializzazione e di inclusione, di coscienza di sé e di riscoperta del proprio potenziale per generare emozioni positive.
E sono progetti talmente virtuosi che Liberi Nantes ha ottenuto alcuni prestigiosi riconoscimenti internazionali per le sue attività. Addirittura la Commissione Europea gli ha assegnato nel 2018 il premio BeInclusiveAward e ha incluso l’associazione nella brochure dei progetti pilota per i migliori progetti innovativi nel campo dello sport inclusivo del 2020.
Sapere che il calcio può fare del bene fa tirare un sospiro di sollievo. Spesso si sente parlare di tifoserie violente e di cori razzisti, di troppi soldi in circolazione e di truffe. Eppure, tutto sommato, è uno sport meraviglioso e, soprattutto nelle realtà più piccole, conserva ancora il suo nucleo originario: quello di essere un gioco di squadra.
Perché non è necessario vincere il campionato, essere ori olimpici o infrangere qualche record del mondo per portare in alto i valori dello sport e dare il buon esempio.
I benefici dello sport
Che lo sport faccia bene non è una novità, ma per persone che hanno subito violenze e traumi è ancora più importante. In particolare lo sport e il gioco:
- Aiutano a costruire relazioni attraverso ponti di fiducia e collaborazione
- Creano senso di appartenenza a una comunità che molto spesso i migranti smarriscono sentendosi isolati
- Sviluppano senso di cooperazione e altruismo, e incentivano a nuova progettualità le persone che, emarginate, spesso si sentono inutili
- Consentono a ognuno di esprimersi liberamente
- Facilitano le relazioni tra estranei, spesso nei casi di contatto interculturali difficoltose.
Lo sport, quindi, è un veicolo perfetto per l’integrazione dei migranti nelle comunità di accoglienza, per farli sentire meno soli, per includerli in progetti che li rendano membri della comunità stessa e non semplicemente ospiti. Perché un migrante, un richiedente asilo, una persona che arriva in una realtà nuova, non dovrebbe essere solo ospitato ma dovrebbe essere incluso nelle attività quotidiane della comunità che lo accoglie.
Una storia dolceamara
Joseph Bouasse Ombiogno viene dal Camerun e ha 15 anni e quando approda a Liberi Nantes. Da subito sviluppa un legame speciale con la squadra e con il calcio. La palla è sua amica, scopre presto di avere talento e i coach della squadra lo spronano ad allenarsi e a migliorare. Risultato? Nel 2015 viene tesserato per la Roma come centrocampista della Primavera e realizza così un sogno. Un sogno breve, purtroppo, perché nel 2020, a soli 21 anni, un arresto cardiaco lo ha ucciso.
Ma rimane la sua storia: fonte di ispirazione per tanti altri giovani come lui.