Liberato è tornato, un ritorno che non poteva che giungere nella stretta prossimità di quel fantomatico “Nove Maggio”, un lungo viaggio scavato in quel solco di un cerchio che si chiude proprio a due anni di distanza dal lancio di quel primo singolo, fenomeno virale su Youtube
Liberato è la storia di un artista che coniuga tradizione melodica partenopea e hype di nuova generazione, fatto di synth, trap e immaginario urban ma con l’eccezionalità di mietere consensi ed haters senza l’identificazione di un volto, qualcosa di lontano dallo stereotipo della rincorsa moderna alla riconoscibilità e alla popolarità, perchè Liberato scinde dalla fisicità di un cantante-influencer per trovare la sua fisicità nella confort zone di un progetto a 360 gradi.
Progetto che punta alla riabilitazione della lingua dialettale napoletana nell’idiosincrasia funzionante di ritmi moderni, ma anche la ricerca di quella stretta correlazione con il realismo visivo del lavoro del regista e videomaker Francesco Lettieri che conferisce spessore al project “musico-visivo”.
Come detto, nel cuore della notte torna Liberato, stupendo tutti gli appassionati della soap-melodico/musicale con l’uscita di ben cinque video-brani raccolti sotto il titolo di “Capri rendez-vous”, nello specifico i capitoli sono “Guagliò”, “Oi Marì'”, “Nunn’a voglio ‘ncuntra'”, “Tu me faje asci’ pazz'” e “Niente”, che vanno a completare le tessere di quel puzzle cominciato il nove Maggio di due anni fa, giungendo ai crismi di un album completo, vanno infatti a congiungersi con i precedenti brani : “Nove maggio” appunto, “Intostreet”, “te voglio bene assaje”, “Gaiola portafortuna” in una nuova versione, “Me staje appennenn’ amo'” e “Tu t’e scurdat’ ‘e me”.
Il componimento di “Capri rendez-vous” nel suo minimalismo testuale rende ancora omaggio alla poetica sentimentale della tradizione che questa volta sorregge un grande lavoro di regia. Nel corso dei video si sviluppa la tormentata e nostalgica passione tra Carmine, classico scugnizzo caprese e Marie, attrice francese all’apice del suo successo, nella suggestione di un set cinematografico tra i faraglioni dell’isola, nella cadenza di un ritorno che va dal bianco e nero del 1966 (anno di inizio della favola d’amore) e che ci riporta agli occhi la pienezza di ricordi della nouvelle vague e della “Dolce Vita” felliniana fino ai giorni nostri in cui l’anziana, ormai attrice torna sull’isola per perpetuare il ricordo di amori e di tempi lontani restituendoci i colori di una visione moderna.
Liberato ha canalizzato diverse accezioni alla sua musica da trap a pop elettronica, da post neomelodia strizzando l’occhio anche al reggaeton e alla dub, diverse eccezioni di intenti sulla direzione di un progetto dove il gioco all’identikit può finalmente delinearsi nel giudizio di un lavoro completo. Lavoro che ha portato alla vita un disco, una compattezza narrativa e immaginaria e che scinde dai cardini della sola musica.
Ma il mistero continuerà quando il prossimo 22 Giugno è prevista una nuova data dal vivo caratterizzata dalle solite tonalità di mistero anche per la location ancora da svelare nell’evento “Roma liberata”.