Anna aveva 32 anni, era un’architetta. L’hanno trovata morta ammazzata a coltellate in casa, riversa in una pozza di sangue insieme al marito, che l’ha uccisa e si è suicidato dopo aver scoperto che lei lo voleva lasciare.
Ma, per qualcuno, è “come se lui volesse PROTEGGERLA dopo averle tolto la vita.”
Proteggerla.
Non siamo negli anni ‘20 del Novecento ma nel 2020, sulla bacheca di un giornale “progressista”.
Siamo nell’Italia che si scandalizza se un uomo si esibisce vestito da donna, ma non batte ciglio per titoli del genere.
Ora è più chiaro di cosa parliamo quando parliamo di “mascolinità tossica” e di quanto sia lunga, lunghissima, infinita, la strada per una parità e una decenza di genere?
Un uomo che accoltella una donna non la sta “proteggendo”.
Non “l’amava troppo”.
È un assassino. È un femminicida.
Ed è umiliante anche solo doverlo ripetere.
Italia, 2020
Lorenzo Tosa