Il farmaco di Rita Levi Montalcini sarà disponibile per gli italiani

Il premio Nobel Rita Levi Montalcini.

«Classificazione del medicinale per uso umano “Oxervate”, ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537».

Queste le parole con le quali ieri la Gazzetta Ufficiale ha annunciato che il farmaco messo a punto da Rita Levi Montalcini è finalmente pronto e disponibile per la vendita. Si tratta di un medicinale biotecnologico nato e sviluppato in Italia da una ricerca completamente italiana. A volerlo è stata la scienziata italiana, Rita Levi Montalcini (1909-2012). Questa medicina consentirà a migliaia di persone di preservare la loro vista.

Rita Levi Montalcini
Rita Levi Montalcini al microscopio nel suo laboratorio.

La ricerca

Per arrivare a questo traguardo, ci sono voluti decenni di ricerche scientifiche e molti soldi. Quanto può essere costato l’Oxervate? La ricerca per metterlo a punto è durata oltre trent’anni, durante i quali è stata prima individuata la proteina e poi è stata trasformata in un medicinale. Ma, una volta creato, il medicinale è stato poi sperimentato e testato. Le stime parlano di un paio di miliardi di euro per tutte queste operazioni. A produrre questo farmaco è stato il Polo di Ricerca e produzione Dompé dell’Aquila, attraverso la tecnologia del Dna ricombinante e con l’uso di batteri in cui è stato introdotto un gene che consente loro di produrre il fattore di crescita nervoso umano. Data la sua natura, l’Aifa ha concesso al farmaco il requisito di innovazione terapeutica, inserendolo nel fondo per i farmaci innovativi.




La storia della scoperta

La scoperta risale agli anni Ottanta: la scienziata Rita Levi Montalcini individuò il fattore di crescita dei neuroni, il nerve growth factor (Ngf). Tale scoperta le valse il Premio Nobel per la medicina nel 1986, premio che condivise con un suo collaboratore, il biochimico statunitense Stanley Cohen. L’Ngf è una proteina solubile che favorisce la crescita, il mantenimento e la sopravvivenza dei neuroni. La scienziata aveva notato gli effetti di questa proteina su una piccola paziente, attorno alla fine degli anni ’90. L’azienda biofarmaceutica Dompé investì nel progetto, arrivando a collaborare con centri italiani di eccellenza in oftalmologia per poter sviluppare il farmaco.

La cura per una malattia degli occhi

Il nome del principio attivo contenuto in Oxervate è Cenegermin: esso è in grado di curare la cheratite neurotrofica moderata o grave, una malattia rara e invalidante dell’occhio. Ciò provoca la progressiva perdita della vista, causata dalla degenerazione della cornea, per un danno del nervo trigemino. Fino ad ora non esisteva una cura per tale malattia: in casi estremi, l’unica soluzione era costituita dalla chiusura delle palpebre dell’occhio malato, tramite sutura.




Il via libera alla commercializzazione

Dopo lunghi decenni di studi, ricerche ed esperimenti, prima sui topi e poi sugli esseri umani, il farmaco potrà ora essere venduto. Già da alcune settimane era disponibile in Germania e da ieri è autorizzato dall’Aifa in Italia; negli Usa la Fda gli addirittura concesso un accesso facilitato, poiché è un medicinale “breakthrough” (di svolta). Dunque, d’ora in poi migliaia di persone afflitte da cheratite neurotrofica potranno tirare un sospiro di sollievo. Non rischieranno più la cecità. L’Oxervate è venduto sotto forma di collirio: poche applicazioni saranno suggicienti affinché le piaghe degli occhi si richiudano. Il ciclo per ogni paziente costa quasi 15mila euro (una cifra molto elevata), dunque il medicinale verrà somministrato tramite circuiti ristretti ospedalieri, finanziati dalla spesa pubblica.

Una svolta anche per altre malattie

La caratteristica più straordinaria di questa scoperta è che il meccanismo applicato alla cheratite neurotrofica potrebbe essere adottato anche per altre malattie. La proteina sintetizzata è simile a quella prodotta in maniera naturale dal corpo umano: essa svolge una funzione rilevante nello sviluppo, nel mantenimento e nella sopravvivenza delle cellule nervose. La ricerca scientifica e quella farmaceutica hanno bisogno di ingenti risorse economiche e di laboratori muniti di attrezzature adeguate. Di recente però, si è notata una crescente contestazione verso la scienza, unita a paura contro il ricorso alle biotecnologie. Questo clima di avversità e diffidenza ha spinto numerose aziende del settore a lasciar perdere la cura delle malattie rare. Anche perché le ricerche prevedono tempi molto lunghi e i costi da affrontare sono così alti che per essere ricoperti necessitano di anni di vendita, una volta che il prodotto è realmente messo sul mercato. Ecco perché sono in pochi a rischiare e ad investire nella ricerca. 




 

Un vanto per l’Italia

Tutto ciò non può far altro che renderci ancor più orgogliosi di Rita Levi Montalcini, della sua scoperta e di tutti i ricercatori che hanno reso possibile la creazione di Oxervate. Tutto il processo ha avuto luogo in Italia ed è stato sviluppato solo da italiani. A tutti loro vanno i ringraziamenti di quanti potranno preservare la loro vista e, grazie a loro, una volta tanto, possiamo dire con fierezza di “essere italiani”. Di pochi giorni fa è la notizia che è stato inventato un test per diagnosticare ben 8 tumori. Questo sembra dunque essere un momento fortunato per la scienza e la medicina.

Carmen Morello

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