Il vicepremier Matteo Salvini ha proposto durante un comizio a Lesina, in Puglia, un tema di cui si è discusso parecchio negli anni: il ritorno alla leva militare obbligatoria. Non è la prima volta che prova a rilanciare l’idea, infatti già lo scorso febbraio aveva depositato in parlamento un disegno di legge a tal proposito, e anche il Ministro della Difesa Roberta Pinotti non si era discostata di molto. Salvini ha esordito dal palco dicendo: “Facciamo bene a studiare costi, modi e tempi per valutare se, come e quando reintrodurre il servizio militare per i nostri ragazzi. Così almeno imparano un po’ di educazione che mamma e papà non sono in grado di insegnare”.
Fonte: video.corriere.itIn Italia, il servizio militare di leva è stato operativo per ben 144 anni, riguardando esclusivamente i maschi di maggiore età, tolti coloro che avevano particolari giustificazioni. La norma venne introdotta ancora prima dell’Unità d’Italia e in generale la scelta non fu accettata di buon grado, tant’è che generò un notevole malcontento: tra le popolazioni meridionali contribuì a incrementare il brigantaggio e nell’Italia settentrionale si diffuse addirittura il termine “naja”, col significato di morsa, tenaglia (derivante dal dialetto veneto) per rendere l’idea di come la vita militare fosse restrittiva. Effettivamente col passare degli anni, stava diventando un vero e proprio impedimento per chi ad esempio voleva continuare gli studi all’Università, o chi una volta raggiunta la maggiore età voleva andare direttamente a lavorare.
Tuttavia, nonostante la dichiarazione di Salvini possa rappresentare un passo indietro, merita una riflessione: troppo spesso lo Stato si trova a fronteggiare una scarsità di risorse per quanto riguarda le necessità sociali, e se è vero che l’Esercito è meglio lasciarlo ai professionisti, il servizio civile potrebbe risultare un importante momento di crescita, dando allo stesso tempo un enorme contributo alla società. Questa iniziativa, in parte educherebbe i giovani alla solidarietà, alla fatica e al rispetto delle regole, farebbe capire loro che non bisogna comportarsi sempre in modo autoreferenziale, ma aiuterebbe a comprendere che si vive in una società con grandi problematiche, di cui molti giovani ignorano l’esistenza, volontariamente o non.
Dunque, reintrodurre il servizio di leva militare, non sarebbe facilmente accettato dalla maggior parte dei giovani, perché agli occhi di molti, diciamolo, sarebbe soltanto una gran “fatica” inutile, e per altri comporterebbe, giustamente, alcune complicanze. Certo è, che se tutti i giovani mettessero a disposizione un breve periodo della loro vita per dedicarlo al servizio civile, questo risulterebbe senza dubbio estremamente educativo e unificante. In alcuni Stati europei è una realtà già esistente.
Roberta Rosaci