Lettere d’amore. Ormai non sono molti quelli che le scrivono e le abbinano con attenzione alla busta giusta per l’occasione. In questo tempo veloce, dove tutto scorre in fretta, ci inviamo messaggi Whatsapp e ci conosciamo sui social non possiamo certo considerarci la generazione delle lettere e il Paese delle buste. Chissà com’era, invece, scrivere delle lettere a qualcuno, qualcuno che si ama, qualcuno che si è conosciuto appena. Restare le ore a cercare le parole giuste e poi trovarle. Restare in attesa. Un’attesa dolce e difficile di una risposta, di un segnale.
Le lettere più belle
Lettere d’amore. Non è sciocco parlarne. L’amore, nonostante tutto, è il tema centrale della nostra vita e della nostra letteratura. Tutti ne hanno parlato, tutti ne hanno scritto e ne scrivono ancora. In attesa di un ritorno ai tempi passati, per i più nostalgici, vogliamo ricordare alcune tra le lettere più belle ed emozionanti della letteratura.
Zelda a Francis Scott Fitzgerald: “La mia bocca è tua”
Siamo intorno agli anni ’30. Zelda soffrì di una malattia che la tenne rinchiusa in un ospedale psichiatrico. Morirà proprio lì, a causa di un incendio dopo Francis Scott Fitzgerald. Difficoltà personali e difficoltà di coppia si intrecciano in una lettera romantica e commovente.
“Scott, sei proprio spaventosamente sciocco – In primo luogo, non ho dato a nessuno il bacio d’addio, e in secondo luogo, nessuno è partito – tu sai, tesoro, che ti amo troppo per volerlo. Se avessi un onesto – o disonesto – desiderio di baciare solo una o due persone, lo farei – ma non potrei mai volerlo – la mia bocca è tua.
Supponi che io lo faccia – sai che non conterebbe assolutamente nulla – perché non puoi capire che niente significa niente eccetto la tua cara persona e il tuo amore? – Desidererei che ci affrettassimo e che io fossi tua, così sapresti – qualche volta quasi dispero di farti sentire sicuro – così sicuro che nulla ti potrebbe mai far dubitare come dubito io”.
Beethoven all’Amata Immortale: “Il più felice e insieme il più infelice tra gli uomini”
Tre lettere scritte intorno al luglio 1812. Lettere all’amata immortale, un’amata di cui non è chiara l’identità. Le lettere non sono mai state inviate. Nel film “Amata Immortale” di Bernand Rose (1994) riusciamo a capire che l’amata, altro non è, che la musica.
“Buon giorno, il 7 luglio.
Pur ancora a letto, i miei pensieri volano a te, mia Immortale Amata, ora lieti, ora tristi, aspettando di sapere se il destino esaudirà i nostri voti — posso vivere soltanto e unicamente con te, oppure non vivere più — Sì, sono deciso ad andare errando lontano da te finché non potrò far volare la mia anima avvinta alla tua nel regno dello spirito — Sì, purtroppo dev’essere così — Sarai più tranquilla, poiché sai bene quanto ti sia fedele. Nessun’altra potrà mai possedere il mio cuore — mai — mai — oh Dio, perché si dev’essere lontani da chi si ama tanto. E la mia vita a Vienna è ora così infelice — Il tuo amore mi rende il più felice e insieme il più infelice degli uomini — alla mia età ho bisogno di una vita tranquilla e regolare — ma può forse esser così nelle nostre condizioni? Angelo mio, mi hanno appena detto che la posta parte tutti i giorni — debbo quindi terminare in fretta cosicché tu possa ricevere subito la lettera. — Sii calma, solo considerando con calma la nostra esistenza riusciremo a raggiungere la nostra meta, vivere insieme — Sii calma — amami — oggi — ieri — che desiderio struggente di te — te — te — vita mia — mio tutto — addio. — Oh continua ad amarmi — non giudicare mai male il cuore fedelissimo del tuo amato.
Eternamente tuo
Eternamente mia
Eternamente nostri “
Johnny Cash a June Carter Cash (1994)
Johnny venne catturato durante una gita scolastica da questa donna piccola dai folti capelli neri. Lei imparava ad essere una cantante sul palco del Grand Ole Opry, lui iniziava ad innamorarsi di lei. Un amore che lo accompagnò per tutta la vita.
“Buon compleanno principessa, ormai siamo vecchi e ci siamo abituati l’uno all’altra. La pensiamo nello stesso modo. Leggiamo la mente dell’altro. Sappiamo quello che l’altro vuole anche senza dirlo. A volte ci irritiamo anche un po’. Forse a volte ci diamo anche per scontati. Ma ogni tanto, come oggi, medito su questo e mi rendo conto di quanto sono fortunato a condividere la vita con la più grande donna che abbia mai incontrato. Continui ad affascinarmi e ad ispirarmi. La tua influenza mi rende migliore. Sei l’oggetto del mio desiderio, la prima ragione della mia esistenza. Ti amo tantissimo.
Buon compleanno principessa.”John
Mariafrancesca Perna