«Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede;
avevamo molta strada da fare.
Ma non importava, la strada è la vita.»
J. Kerouac
Una borsa.
Una borsa per metterci dentro l’anima e lasciare fuori i vestiti. Vestiamoci d’amore e non preoccupiamoci del nostro aspetto, almeno per un momento.
Lasciamo a casa le apparenze e vestiamoci di essenza.
Voglio essere tutto e non essere nulla.
Voglio dimenticarmi chi sono almeno per oggi, almeno per un momento, almeno per qualche giorno.
Ci andiamo stretti, è più forte di noi, ci andiamo stretti perché il mondo ci chiede troppo.
Troppi orari, troppi impegni, troppo noi.
Noi…noi non siamo più noi.
Noi siamo un noi distorti, siamo un noi compresso in un sistema che non capiamo, che non ci sforziamo di capire, ci facciamo andare bene, un sistema di cui ci accontentiamo perché non conosciamo alternative e siamo troppo concentrati a trovare alternative all’inutilità che regge questo sistema, che non cerchiamo quelle alternative che ci salverebbero.
Una borsa.
Una borsa perché una valigia non ce l’hai mai avuta e chissà se ce l’avrai mai.
Il tuo modo d’essere ti ha sempre impedito di essere ciò che volevi essere.
Contraddittori fino al midollo osseo, contraddittori fino a sentirci male, fino ad implodere in noi stessi per poi chiedere che qualcuno ci venga a salvare.
In questa corsa estrema a prendere il posto migliore davanti alla vita che passa e che nessuno decide di vivere, ogni tanto ecco il bisogno estremo di partire.
Perché siamo esseri umani, e per fortuna che lo siamo ancora.
Siamo esseri umani e quindi questo bisogno di mollare la presa lo sentiamo e lo sentiamo così forte, che per un momento, la molliamo sul serio.
E allora scappiamo.
Al mare, in montagna, in un cinema o in un parco, scappiamo.
Riempiamo una borsa, ma solo una borsa.
Per la valigia ci vuole coraggio e il coraggio non segue il bisogno, il coraggio segue la vita e noi stiamo dimenticando cosa vuol dire Vivere, per questo prepariamo solo una borsa.
Siamo ancora umani, e per questo sentiamo nel profondo del cuore l’estremo bisogno di andare via, di dimenticare l’orologio nel fondo della borsa e vivere come se fossimo leggeri.
Attacchiamoci con le unghie e con i denti a questa umanità che ci fa ancora sentire che qualcosa non va come dovrebbe andare.
Attacchiamoci al bisogno estremo di mollare la presa e riprenderci l’essenza.
Sentiamo ancora dentro di noi il bisogno di sentirci.
Siamo esseri umani, non dimentichiamolo quando cercano di farci diventare robot che seguono un profitto dannoso.
Una borsa.
Prepara una borsa e lascia andare via tutto. Non preoccuparti troppo, che tanto anche a seguire la perfezione si sbaglia e allora per qualche giorno, tu liberati di una corsa affannosa verso qualcosa che non hai mai realmente sognato e cerca la tua perfezione sbagliata.
Quella perfezione sbagliata per il resto del mondo, sarà la perfezione giusta per te, sarà quella perfezione sbagliata che a guardarla capisci che vale la pena vivere, capisci che il mondo può correre quanto vuole, ma tu ogni tanto rallenterai.
Rallenterai per preparare una borsa, una borsa perché il coraggio per una valigia non ce lo avrai mai, ma va bene così.
Va bene che al coraggio ancora sovrapponi il bisogno, va bene perché fino a che avrai anche solo il bisogno, sarai un essere umano e l’essere umano è capace di amare ciò che non si vede, ciò che crea per sé stesso e non riproduce.
Rallenterai perché l’orologio che scandisce tutti gli attimi fissi di un sistema maledettamente distante dall’amore, lo avrai messo nel fondo della borsa e quindi solo tu e ciò che ami deciderà la velocità del tempo, di quello che puoi finalmente dire “il tuo tempo”.
Ci sarà il momento di disfare la borsa e tornare a muoverti come fossi un burattino, ma non dimenticare che il tuo “essere un essere umano” sta lì, a ricordarti che quella borsa, quella borsa ti aspetta, pronta ad accompagnarti di nuovo in quell’estremo bisogno di andare via.
A volte si va via, anche solo per ritornare migliori, con più amore e più forza.
Si va via per fare rifornimento di energia e di vita.
E allora va via per un po’, sono certa che tornerai più umano e così forse, finalmente cercherai quell’alternativa, quell’alternativa a quel sistema, in cui comunque sarai costretto a vivere, ma quando si ha una percezione diversa, si ha anche speranza e le miglior cose sono nate dalla speranza.
E allora, prendo la borsa, e per un po’, vado via.
Vanessa Romani