Cosa hanno in comune un grande scrittore vissuto tra Settecento ed Ottocento come Giacomo Leopardi, noto in tutto il mondo per le sue opere, ma anche per la sua proverbiale malinconia, ed un forse meno noto pittore rinascimentale veneto, Lorenzo Lotto?
Il legame è duplice: ad avvincere le figure ci sono non solo l’inquietudine che serpeggia nelle opere di entrambi gli artisti, ma anche e soprattutto la città di Recanati, centro natio per il Leopardi, sede lavorativa per il Lotto, che qui effettuò alcune delle sue più celebri realizzazioni, come la Trasfigurazione (1510- 1512), e che nella sua vita errante si ritrovò spesso a ritornare in territorio marchigiano.
Questa stretta connessione tra due apparentemente distantissime personalità è stata la base ispiratrice per la mostra “Solo, senza fidel governo et molto inquieto de la mente. Lorenzo Lotto dialoga con Giacomo Leopardi“, curata da Vittorio Sgarbi, che rimarrà aperta dal 21 dicembre 2017 all’8 aprile 2018.
La sede eletta per questo connubio artistico è, manco a dirlo, Recanati, il “natio borgo selvaggio” di Giacomo Leopardi. Per la precisione, la mostra si terrà presso Villa Colloredo Mels, sede del Museo civico.
Qui, per tutta la durata della mostra, ai dipinti di Lorenzo Lotto verranno accostati manoscritti, documenti ed oggetti appartenuti all’indimenticato scrittore e poeta di Recanati.
L’idea di questo “sodalizio artistico” tra due personalità tanto lontane eppure in qualche modo così straordinariamente vicine si incunea, ad ogni modo, in una più complessa serie di eventi culturali organizzati per Recanati per il periodo tra il 2017 ed il 2019 ad opera della Società Sistema Museo Recanati verso l’Infinito, che mira a valorizzare l’identità culturale della città esplorandone i percorsi artistici, a cavallo tra musica, poesia ed arte.
Recanati, dunque, col suo “ermo colle” si avvia così ad un rilancio nel settore turistico- culturale, gestito mediante una partecipazione mista che vede l’utilizzo di fondi pubblici e privati, nella ferrea convinzione che, come ricordano gli organizzatori, “ciò che si spende in cultura è sempre un investimento redditizio“.
Lidia Fontanella