Leonardo da Vinci, Il mistero della Monna Lisa di Isleworth

zuppa sulla Monna Lisa

La Gioconda. Iconica, misteriosa, affascinante. Uno dei quadri più famosi della storia dell’arte. Sicuramente l’opera più famosa di Leonardo Da Vinci. Monna Lisa…iconica, ma se non fosse unica? 100 anni fa il ritrovamento nelle campagne inglesi della Monna Lisa di Isleworth. Oggi continua la polemica: è una copia o un’opera del Genio?




La Monna Lisa di Isleworth

Le prime tracce dell'”L’altra Monna Lisa” si hanno alla fine del ‘700(1788), quando un collezionista privato lo porta in Inghilterra e lo conserva  in un maniero a Somerset.

Nel 1913 il mercante d’arte Hugh Blaker, originario di Isleworth (da qui il nome del dipinto), nota il quadro e intuisce la sua importanza tanto da decidere di acquistarlo.

Dopo la morte di Blaker, il dipinto finì nelle mani di Henry Pulitzer, un commerciante d’arte, che intendeva promuovere e far conoscere l’opera. A corto di soldi, vendette il 25% del ritratto alla famiglia Gilbert (ricordate questo nome).

Negli anni ’70, Puliitzer affidò il dipinto ad una banca. Alla sua morte la moglie ereditò il dipinto, ma dopo la sua scomparsa nel 2008 venne venduto all’asta e acquistato da un consorzio internazionale.

Nei 2012 la Mona Lisa Foundation prepara la super pubblicizzata rivelazione: esiste una versione antecedente del capolavoro di Leonardo da Vinci, che viene esposta agli occhi del pubblico in diversi musei. E’ solo l’inizio della guerra.

Le diatribe sulla proprietà.  

La Mona Lisa Foundation ha dichiarato di non essere la proprietaria del quadro, che apparterrebbe invece  come detto prima ad un ignoto consorzio internazionale. Un consorzio su cui la fondazione ha inizialmente mantenuto estremo riserbo.

L’anonimato ha complicato le rivendicazioni di Andrew and Karen Gilbert, che hanno rivendicato la loro comproprietà sul ritratto e hanno lamentato di essere stati tagliati fuori dalla fondazione.
In Italia, dove l’opera era in esposizione a Firenze, i Gilbert hanno avviato le procedure legali contro la fondazione per risolvere la questione una volta per tutte. Questa settimana potrebbero già esserci i primi verdetti per risolvere almeno una parte di questa diatriba.

La vera questione però, quella che non sembra destinata a risolversi in tempi brevi,  è  capire se si tratta o meno di un’opera inedita di Leonardo da Vinci.
Copia o novità?

In molti ritengono di si. Ricerche scientifiche hanno infatti provato che il dipinto risale effettivamente al 16esimo secolo, lo stesso in cui il Genio creò la Monna Lisa. Lo schema, la composizione e la conformazione dell’opera inoltre è la stessa di quella presente al Louvre. In molti, insomma, pensano si tratti davvero di una delle scoperte che rivoluzionerebbero per sempre il mondo dell’arte.

Non solo per le caratteristiche del dipinto, ma anche per ragioni di tipo storico. Giorgio Vasari infatti nei suoi resoconti sulla vita di Leonardo dichiarò che l’artista lavorò alla Gioconda per 4 anni, senza però riuscire a portarla a termine. Una descrizione che contrasta con l’opera esposta al Louvre, chiaramente compiuta, ma potrebbe invece riferirsi con la sua precedente versione, che ha lo sfondo incompleto.

Inoltre secondo alcuni documenti storici Leonardo dipinse la Monna Lisa per due differenti clienti, aumentando dunque le possibilità che esista una versione del ritratto per ogni commissione.

Un’altro punto a favore è il dipinto di un giovane Raffaelo Sanzio, che raffigura la Gioconda di Leonardo con accanto delle colonne, colonne che non sono presenti nella versione al Louvre, ma invece compaiono in quella ritrovata nelle campagne inglesi. 

Le opinioni contrarie

L’opinione trova il disaccordo dell’altra parte del mondo dell’arte.

Sono infatti molti, tra cui il professore emerito di storia dell’arte ad Oxford Martin Kemp, uno dei maggiori esperti di Leonardo, a ritenere che non sussistano le basi per attribuire a Leonardo la paternità dell’altra gioconda, ritenendo che Vasari si riferisse ad un’opera incompiuta semplicemente perchè Leonardo da Vinci concluse la Gioconda solo una volta arrivato in Francia, mentre la conoscenza del Vasari delle opere del genio si limita solo al periodo fiorentino.

E ricordando inoltre che tutte le opere del Da Vinci, inclusa la Gioconda, hanno subito modifiche ed evoluzioni.

Anche la versione dei due acquirenti sembra lasciare perplessi. Possibile che il primo acquirente si sia tirato indietro, e si sia fatto avanti in seguito un nuovo acquirente che ha preso in dote l’opera al posto suo. E anche il fatto che l’opera possa essere stata fatta nel periodo di Leonardo non dimostra che sia effettivamente un’opera del Da Vinci. Più probabile, dunque, che si tratti di un tentativo di copia che non di una effettiva nuova opera di Leonardo.

Monna Lisa..un enigma senza fine

A chi si chiedesse perché un ritratto in apparenza semplice sia diventato uno dei quadri più famosi della storia dell’arte la risposta è in questa storia e in molte altre. Dal mistero di chi sia davvero la protagonista del ritratto, alle teorie sul famoso sorriso, sino alla Monna Lisa di Isleworth: la Gioconda è un enigma senza fine.

Beatrice Canzedda

 

 

 

 

 

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