Leggi sulla sorveglianza: tensioni in Europa e negli USA

Leggi sulla sorveglianza

Le leggi sulla sorveglianza sono argomento di grandi discussioni in Europa e negli USA.
Mentre in Italia si valuta la necessità di “spiare i giornalisti”, gli statunitensi votano una legge per potenziare l’intelligence.
Che effetto ha sulla società?

Le leggi sulle sorveglianza volute dall’Italia (con il supporto di altri sei Paesi membri) hanno rischiato di affossare il disegno di legge dell’Unione Europea per la protezione della libertà dei media, la cosiddetta EMFA (European Media Freedom Act).

In questi stessi giorni, negli USA, il Senato ha approvato un disegno di legge sulla politica di difesa che, secondo gli esperti, minaccia di estendere pericolosamente la sorveglianza sulla popolazione.
Cosa significano queste leggi, e quali rischia stiamo correndo?

Stella Assange: “lo strapotere dei Servizi va limitato”

Di sorveglianza, suo malgrado, ne sa molto Stella Assange, moglie del giornalista e fondatore di WikiLeaks Julian Assange.
Oggi, il giornalista si trova – da oltre 4 anni – nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, nel Regno Unito, dove attende che le autorità inglesi prendano una decisione in merito alla sua estradizione negli USA. Lì, lo attende un processo che potrebbe condannarlo a 175 anni di reclusione.

Ma prima di essere arrestato, Julian Assange ha passato circa 7 anni in asilo politico nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Qui, lui, l’avvocata, oggi moglie, Stella Moris, e i due bambini – concepiti durante l’asilo politico – sono stati sorvegliati e registrati ogni giorno, tutti i giorni.

Quando sono rimasta incinta, non l’ho detto a Julian a voce [per non essere registrata], gliel’ho scritto su un pezzo di carta. Volevo che quel momento rimasse profondamente privato

Ma oltre a momenti e fatti strettamente personali, microfoni e telecamere hanno raccolto dati sensibili come le conversazioni con gli avvocati e la discussione di strategie legali; o gli incontri con ospiti rilevanti come giornalisti e personalità politiche.
Difatti, è tutt’ora in corso un processo contro la compagnia di sorveglianza dell’ambasciata ecuadoriana, UC Global, e contro la stessa CIA, che avrebbe ottenuto e raccolto tutti i suddetti dati.

Per questo motivo, Stella si è detta turbata dalle leggi sulla sorveglianza che stanno lentamente allentando i limiti di queste attività in tutto il mondo.

Gli unici limiti ai poteri dei servizi d’intelligence e ai loro agenti sono legali: per questo motivo le corti devono poter contare sul fatto che questi limiti legali non vadano ridotti

Leggi sulla sorveglianza: l’Italia e la “necessità” di spiare

Tra le leggi che rappresenterebbero una grande conquista per la libertà di stampa e la sicurezza dei giornalisti c’è l’EMFA, che sarebbe ormai vicina al voto.

Il 22 novembre scorso, a Bruxelles, si è tenuta una riunione a porte chiuse del Consiglio Europeo, dove gli ambasciatori avrebbero discusso della legge sulla libertà di stampa.
In quell’occasione, l’Italia avrebbe posto l’art.4 sulla sicurezza nazionale come “linea rossa“. Ossia, è pronta a votare contro l’intero regolamento se quell’articolo dovesse essere rimosso.
Secondo tale decreto, lo Stato ha la possibilità di utilizzare dei “software spia” da installare sui dispositivi dei giornalisti con “deroga per motivi di sicurezza nazionale“.
Si tratta di un’ “ultima istanza“, e il procedimento deve essere disposto da un’autorità giudiziaria indipendente per indagare su un reato grave, come il terrorismo o la tratta di esseri umani.

Mentre altri sei Paesi, tra cui Francia, Finlandia, Cipro, Svezia, Malta e Grecia sostengono l’importanza di poter spiare i cronisti per la “sicurezza nazionale“, solo l’Italia ha posto una vera e propria linea rossa.
Eppure, ormai da diversi mesi, gli esperti in materia di libertà di stampa parlano della minaccia che l’art.4 potrebbe rappresentare.




Tra questi, il ricercatore e giornalista dell’Osservatorio Balcani CaucasoDimitri Bettoni.

La tutela della sicurezza nazionale è il passepartout che consente alle autorità di abusare di certi strumenti […].
Poi, questione della sicurezza nazionale va oltre l’EMFA. È un problema di bilanciamento nei rapporti tra istituzioni e società che ci portiamo dietro dall’11 settembre, quando gli Stati hanno cominciato a interpretare il concetto di sicurezza nazionale sotto forma di controllo e informazione capillare

Se l’articolo fosse diventato legge, i giornalisti non potrebbero più contare sull’inviolabilità delle loro fonti, e nemmeno protestare per il fatto di essere stati messi sotto sorveglianza.

[…] Non potranno più andare davanti a un giudice e dire: sono stati violati i miei diritti. Perché il giudice potrà rispondere: no, perché c’erano delle questioni di sicurezza nazionale o legate a indagini sui cosiddetti reati gravi

Per questi motivi, la Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ) ha chiesto al Parlamento Europeo e alla Commissione di respingere la richiesta illiberale e repressiva di legalizzare leggi sulla sorveglianza.

Inserire una simile eccezione in un testo che pretende di promuovere la libertà dei media in Europa è pura provocazione. Chiediamo al Parlamento europeo e alla Commissione europea di respingere fermamente questa disposizione illiberale, che minaccia non solo la protezione delle fonti giornalistiche, ma anche la democrazia

Fortunatamente, gli appelli delle organizzazioni per la libertà di stampa sono stati ascoltati.
La legge EMFA, di conseguenza, non contiene più l’art.4 sulla sorveglianza per motivi di “sicurezza nazionale“.

Leggi sulla sorveglianza: in USA si vota per potenziarla

Intanto, anche negli Stati Uniti si discute di leggi sulla sorveglianza.
Il Senato ha infatti approvato un disegno di legge di riforma della Sezione 702 della FISA (Foreign Intelligence Surveillance Act).
Questa legge, nominata National Defense Authorization Act (NDAA), e composta da ben 3.100 pagine, è stata pensata come “strumento essenziale per la sicurezza nazionale“, ma sono molte le preoccupazioni per quanto riguarda la sorveglianza.

Secondo la legge attuale, il governo può condurre una sorveglianza mirata di cittadini stranieri che vivono al di fuori degli Stati Uniti.
Fu creata in seguito agli attacchi terroristici dell’11 settembre, e consente alle agenzie di intelligence di raccogliere grandi quantità di dati come e-mail, telefonate, messaggi e altre comunicazioni su stranieri che vivono all’estero, senza un mandato.
Inoltre, le agenzie non possono utilizzare la Sezione 702 contro gli americani, perché ciò violerebbe il Quarto Emendamento della Costituzione, che vieta perquisizioni e sequestri irragionevoli. Anche se, in realtà, i dati sui cittadini statunitensi sono stati spesso raccolti in modo improprio.

Con la riforma di questi giorni, la controversa Sezione 702 potrebbe essere ampliata dando vita a “la più grande espansione della sorveglianza all’interno degli Stati Uniti dopo il Patriot Act“.
A dare l’allarme è Elizabeth Goitein, co-direttrice del Liberty and National Security Program del  Brennan Center for Justice.

Attraverso una modifica apparentemente innocua della definizione di “fornitore di servizi di comunicazione elettronica”, il disegno di legge espande enormemente l’universo delle aziende statunitensi che possono essere arruolate per aiutare il governo a condurre la sorveglianza.
In base alla legge attuale, il governo può costringere le aziende che hanno accesso diretto alle comunicazioni, come i fornitori di servizi telefonici, di posta elettronica e di messaggistica di testo, ad assistere nella sorveglianza della Sezione 702 consegnando le comunicazioni degli obiettivi di tale sezione.
Secondo la riforma, qualsiasi entità che abbia accesso ad apparecchiature su cui le comunicazioni possono essere trasmesse o memorizzate, come un normale router, è un bersaglio facile.

Che cosa significa in pratica?
Alberghi, biblioteche, caffetterie e altri luoghi che offrono il wi-fi ai loro clienti potrebbero essere costretti a fungere da spie surrogate. Potrebbero essere obbligati a configurare i loro sistemi in modo da garantire al governo l’accesso a interi flussi di comunicazioni.
Anche un tecnico che viene a riparare il wi-fi di casa vostra soddisferebbe la definizione rivista: è un “dipendente” di un “fornitore di servizi” che ha “accesso” alle “apparecchiature” (il vostro router) su cui vengono trasmesse le comunicazioni

Nonostante i numerosi appelli e l’intervento di esperti come Edward Snowden, famoso whistleblower della NSA, Elizabeth Goitein ha annunciato che la riforma della legge sulla sorveglianza è passata.

Mi dispiace riferire che i legislatori hanno ceduto all’abietto allarmismo dell’amministrazione e dei falchi della sorveglianza al Congresso, e hanno approvato un’estensione de facto di 16 mesi della Sezione 702 come parte della NDAA questa mattina

In ogni caso, Goitein ha invitato tutti i cittadini statunitensi ha continuare la battaglia contro la sorveglianza senza mandato.

Dobbiamo chiedere che il Congresso riformi la Sezione 702 ora, per porre fine agli abusi e tenere a freno la sorveglianza senza mandato

Giulia Calvani

Exit mobile version