Contro la legge Varchi 50 coppie già pronte al ricorso

Legge Varchi

Pregnant woman holds her belly in autumn colors outdoors. Original public domain image from Wikimedia Commons

È ormai questione di ore prima che la legge Varchi che rende la maternità surrogata reato universale diventi ufficiale. Il disegno di legge, noto come legge Varchi, è stato approvato definitivamente dal Senato il 16 ottobre ed entrerà in vigore lunedì 18 novembre, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Tuttavia, non mancano le polemiche e le reazioni, con oltre 50 coppie già pronte a impugnare il provvedimento nei tribunali.

Una stretta senza precedenti

La maternità surrogata era già vietata in Italia, ma il nuovo provvedimento introduce un ulteriore livello di rigore. Con la legge Varchi, anche le coppie che ricorrono alla gestazione per altri (GPA) in paesi dove è legale potranno essere perseguite penalmente in Italia. Le pene previste sono severe: dai tre mesi ai due anni di carcere e multe che possono arrivare fino a un milione di euro. Questa misura trasforma l’Italia in uno dei paesi con il regime normativo più restrittivo in materia di GPA a livello globale.

La firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, giunta lo scorso 4 novembre poco prima della sua visita ufficiale in Cina, è stata l’ultimo passo formale per l’approvazione del provvedimento. Il tema, però, continua a dividere profondamente l’opinione pubblica e le istituzioni.

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La sfida legale delle coppie coinvolte

Un fronte di opposizione concreta si sta già delineando. Oltre 50 coppie italiane, molte delle quali hanno avviato o completato percorsi di GPA all’estero, stanno preparando ricorsi legali contro la nuova normativa. L’Associazione Luca Coscioni ha dichiarato di essere pronta a difendere queste coppie nei tribunali, definendo la legge una violazione dei diritti fondamentali.

Secondo Filomena Gallo, segretaria dell’associazione, il provvedimento sarebbe contrario alla giurisprudenza internazionale in materia di diritti umani. “Non si può criminalizzare un atto che è lecito in altri ordinamenti giuridici“, ha dichiarato, aggiungendo che la legge potrebbe essere oggetto di ricorsi presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Le ragioni della legge e le critiche

La proposta di rendere la maternità surrogata un reato universale si basa sulla volontà di tutelare i diritti delle donne e dei bambini. Secondo i promotori della legge, tra cui l’onorevole Varchi, la GPA rappresenta una forma di sfruttamento che compromette la dignità delle donne, riducendole a “mezzi di produzione”. Inoltre, si pone l’accento sui rischi di una “mercificazione” della nascita e sull’esigenza di salvaguardare i principi etici e sociali del sistema italiano.


Tuttavia, le critiche non sono mancate. Le associazioni per i diritti civili, in primis l’Associazione Luca Coscioni, hanno denunciato il carattere repressivo del provvedimento. Secondo queste organizzazioni, la legge penalizza in modo ingiusto coppie e famiglie che desiderano avere figli, imponendo loro una scelta tra il rispetto delle regole italiane e il ricorso a possibilità offerte da altri paesi. Inoltre, si sottolinea come la normativa potrebbe risultare difficile da applicare nei fatti, considerando la complessità del contesto giuridico internazionale.

Reazioni politiche e sociali

La legge ha suscitato reazioni contrastanti anche in ambito politico. Le forze di centrodestra, principali promotrici del provvedimento, hanno salutato l’approvazione come una vittoria per i valori della famiglia tradizionale e della dignità umana. “Questa norma manda un messaggio chiaro: l’Italia non tollererà pratiche che sfruttano le donne e i bambini”, ha affermato Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

Sul fronte opposto, le forze progressiste hanno criticato la legge definendola una scelta ideologica e punitiva. Esponenti del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle hanno evidenziato come il provvedimento non affronti il tema della GPA in modo costruttivo, ignorando il dolore e le difficoltà di tante coppie infertili o impossibilitate a procreare. Alcuni hanno anche sottolineato il rischio che la legge possa alimentare un clima di discriminazione e stigma nei confronti delle famiglie che hanno scelto la maternità surrogata.

Prospettive future

La legge Varchi segna un punto di svolta nel dibattito sulla maternità surrogata in Italia, ma è probabile che le polemiche e le contestazioni legali continueranno a lungo. L’esito dei ricorsi presentati dalle coppie potrebbe avere un impatto significativo, aprendo la strada a possibili revisioni o interpretazioni della normativa.

A livello internazionale, il provvedimento solleva interrogativi su come bilanciare il rispetto delle norme nazionali con i diritti riconosciuti in altri ordinamenti giuridici. Per l’Italia, la sfida sarà quella di far rispettare la legge senza isolarsi nel panorama europeo, dove molte nazioni adottano approcci più permissivi o regolamentati alla GPA.

Vincenzo Ciervo

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