Nel contesto globale della lotta contro il cambiamento climatico e la protezione della biodiversità, l’Unione Europea aveva previsto l’entrata in vigore di un regolamento chiave contro la deforestazione per la fine del 2024. Tuttavia, sotto la pressione di vari attori internazionali, tra cui Stati Uniti, Brasile e Germania, la Commissione Europea ha proposto di posticipare di un anno l’applicazione della legge sulla deforestazione per “garantire un’attuazione corretta ed efficace”. Questo rinvio, sebbene accolto favorevolmente da alcuni governi e settori economici, oltre che dai partiti della destra europea, ha suscitato forti critiche da parte delle ONG e associazioni ambientaliste, che temono un rallentamento nelle politiche di protezione delle foreste. Il dibattito è ora incentrato sul bilanciamento tra la necessità di concedere più tempo agli operatori per adeguarsi e l’urgenza di agire per salvaguardare l’ambiente globale.
La stessa legge sulla deforestazione, approvata nel giugno del 2023, era stata accolta con grande soddisfazione, in quanto un passo in avanti verso la lotta allo sfruttamento del territorio, della flora e della fauna. Il regolamento – o anche EUDR – avrebbe imposto a tutte le aziende europee che commerciano prodotti specifici, come caffè, orzo, soia, legname o gomma, dei controlli per contrastare ogni forma di deforestazione o degradazione dell’ambiente per profitti economici.
Rinvio dell’attuazione della legge sulla deforestazione
Sotto la crescente pressione di Stati Uniti, Brasile e Germania, la Commissione europea, organo esecutivo dell’unione guidato da Ursula Von Der Leyen, ha deciso lo scorso 2 ottobre di proporre un rinvio di 12 mesi per l’entrata in vigore della legge sulla deforestazione. Questo rinvio, che posticipa l’applicazione alla fine del 2025, ha sollevato numerose critiche da parte delle ONG ambientaliste, che vedono in questa mossa una minaccia alla protezione delle foreste.
Il rinvio dell’applicazione della legge al dicembre 2025 è stato accolto con grande piacere dai partiti di destra europei, dopo una serie di pressioni da parte di numerosi ministri dell’Agricoltura. Tra tutti i sostenitori della sospensione della legge sulla deforestazione, spicca il nome di Manfred Weber, il presidente del Partito Popolare Europeo, che nel corso degli anni ha sempre dimostrato una forte iniziativa contro la preservazione del territorio, come il reato di ecocidio nella nuova legge sul ripristino della natura.
Le motivazioni della Commissione
La legge sulla deforestazione mira a vietare la commercializzazione di prodotti come cacao, caffè, soia e olio di palma nell’UE, se provenienti da terreni deforestati dopo dicembre 2020. La Commissione ha spiegato che molti dei suoi partner internazionali, tra cui il Brasile, avevano espresso preoccupazioni riguardo alla loro capacità di adeguarsi alle nuove regole entro la scadenza prevista. Di conseguenza, è stato ritenuto opportuno concedere più tempo per l’attuazione graduale del regolamento.
La proposta di rinvio ha trovato appoggio in alcuni paesi come la Germania, che ha chiesto di posticipare l’entrata in vigore per dare alle aziende più tempo per prepararsi. Questa decisione è arrivata in un momento delicato, durante le negoziazioni per un accordo commerciale tra l’UE e il blocco sudamericano del Mercosur, che ha espresso preoccupazioni per il potenziale impatto del regolamento europeo sulle esportazioni.
Ciò che maggiormente preoccupa le aziende era la mansione di mappatura delle proprie supply chains: dalla coltivazione all’approvvigionamento, passando per il percorso di importazione. Un’operazione che, secondo molti esponenti politici, avrebbe causato un rallentamento dannoso nel recupero di informazioni fin troppo specifiche. Nonostante il rinvio della legge sulla deforestazione, la Commissione ha affermato che gli strumenti tecnici per l’applicazione delle regole sono già pronti. Ha però riconosciuto che lo stato di preparazione varia tra gli attori internazionali ed europei, giustificando così la necessità di un ulteriore anno per garantire un’attuazione efficace.
Proteste delle ONG ambientaliste: il futuro della legge sulla deforestazione
Le organizzazioni ambientaliste si sono opposte fermamente a questo rinvio. Per loro, una legge che limiti la deforestazione è cruciale per contrastare i cambiamenti climatici e proteggere la biodiversità globale. Secondo Mighty Earth, rinviare il regolamento è paragonabile a “gettare un estintore mentre l’edificio brucia”, sottolineando che i cittadini europei non vogliono prodotti derivanti dalla deforestazione sugli scaffali dei supermercati. Greenpeace ha accusato la Commissione di cedere alle pressioni commerciali a scapito dell’ambiente.
A prendere voce sono stati anche alcuni europarlamentari dei partiti democratici o socialisti. C’è chi, come Virginijus Sinkevičius del partito dei verdi, ha parlato di “un passo indietro nella lotta al cambiamento climatico”, e chi invece ha puntato il dito contro Von Der Leyen nella giusta applicazione del Green Deal.
Se il Parlamento europeo e gli Stati membri approveranno la proposta della Commissione, il regolamento entrerà in vigore per le grandi aziende a partire dal 30 dicembre 2025, mentre le micro e piccole imprese avranno tempo fino a giugno 2026 per adeguarsi. Resta da vedere se la pressione delle ONG e la mobilitazione politica potranno influenzare la decisione finale, o se prevarrà l’esigenza di concedere più tempo agli operatori economici. Intanto, passerà un altro anno all’insegna dello sfruttamento del territorio, della deforestazione e di ecocidi nel nome del commercio globale e del profitto delle grandi aziende.
Lucrezia Agliani