La legge omofoba Ungherese sulla famiglia: “Padre maschio e madre femmina”

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Il Paese di Viktor Orbàn viene spesso contestato per la discriminazione ai danni della comunità Lgbtq+. Proprio ieri è stata introdotta una legge omofoba che sancisce come unica famiglia legittima quella eterosessuale e che rispetti i valori cristiani.

L’Ungheria è uno dei due Paesi dell’UE, insieme alla Polonia, accusati di non garantire ai propri cittadini i diritti fondamentali. Il nuovo emendamento omofobo per cui alle persone omosessuali è vietato di costruirsi una famiglia, purtroppo, lo conferma.  La Polonia ha da tempo sul suo territorio le cosiddette zone “Lgbt free“: “libere dai gay”. Il Paese sostiene che in quelle zone non si deve professare “l’ideologia gender”: ovvero non si può dire di non essere eterosessuali. In Ungheria esiste qualche comune con restrizioni molto simili, ma, per fortuna, sono casi isolati.  Lo Stato è da tempo sotto il governo ultra-conservatore di Viktor Orbàn, che sostiene di non condividere i valori europei. Insieme alla Polonia, le due nazioni hanno una radicata posizione cattolica.
Quest’inclinazione si esprime, però, con parole discriminatorie. La legge omofoba appena varata recita:

I bambini dovranno avere un padre maschio e una madre femmina.

Sarà meglio tralasciare l’estrema semplificazione del concetto di famiglia. Ma non tralasceremo che a questa dichiarazione se ne aggiunga un’altra:

L’educazione dei bambini si baserà per legge sui valori cristiani dell’Ungheria.

Queste parole da ieri si possono leggere nella Costituzione.

Legge ipocrita per uomini ipocriti

La legge è, infatti, una riforma costituzionale. Come tale determina un problema per l’Unione Europea. Prima di tutto dal 2013 una legge impone che non si possono abrogare emendamenti approvati da più di due terzi del Parlamento: e quest’ultimo conta 123 voti favorevoli e 45 contrari. Inoltre, sebbene la volontà esplicita del testo sia “proteggere la famiglia tradizionale”, quello che si cela dietro è un divieto. Un divieto e una discriminazione di orientamento sessuale. Ciò comporta seri problemi per lo stato di diritto dell’Unione. Lo stato di diritto ha come scopo la protezione dei valori europei. E uno dei valori è senza dubbio l’eguaglianza fra gli individui.

Ma l’Ungheria si autodefinisce: “Democrazia illiberale”. È votata a un intrinseco nazionalismo. A una “protezione dei valori cattolici”. Eppure, i più abnegati per la causa si fanno trovare in flagranza di “reato”. È reato in Ungheria? Voglio dire, un’orgia omosessuale è reato in Ungheria? Bisognerebbe chiederlo a József Szájer, il deputato europeo ungherese. Omofobo e sposato.

Era lui pochi giorni fa, a Bruxelles, in piena pandemia, quello appeso a un cornicione e nudo, in seguito a splendide ore di passione omosessuale.

Antonia Ferri

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