Una legge elettorale sul modello tedesco, con un sistema proporzionale puro e soglia di sbarramento al 5 per cento. A presentare la proposta, il presidente della commissione affari costituzionali della Camera, il pentastellato Giuseppe Brescia. Il testo mira a superare il Rosatellum, attualmente in vigore, ma è già destinato a spaccare lo schieramento politico.
IL MECCANISMO
La nuova legge elettorale, ribattezzata “Germanicum”, prevede che alla Camera 391 seggi su 400 (quelli determinati dalla riduzione del numero dei parlamentari), vengano assegnati con metodo proporzionale a quei partiti che dovessero superare lo sbarramento. Un seggio andrebbe all’eletto della Val d’Aosta in un collegio uninominale. I restanti otto spetterebbero alla circoscrizione estero.
Lo stesso metodo è previsto per il Senato: 195 seggi distribuiti col proporzionale, quattro agli eletti all’estero, uno alla Val d’Aosta. Sarebbero così cancellati i collegi uninominali del Rosatellum, rispetto al quale verrebbero mantenuti i 63 collegi proporzionali e le 28 circoscrizioni. Invariato dovrebbe essere, al momento, anche il sistema dei listini bloccati. Il ddl del parlamentare grillino non ne prevede la modifica.
IL DIRITTO DI TRIBUNA
Una delle novità più rilevanti, ispirata proprio al modello tedesco, è l’introduzione del cosiddetto “diritto di tribuna”. Questo meccanismo permetterebbe ai partiti più piccoli, non in grado di arrivare al cinque per cento, di entrare ugualmente in parlamento sulla base del meccanismo dei quozienti interi, a patto di ottenerlo in almeno due regioni alla Camera e una al Senato.
LE INCOGNITE
La discussione sul testo dovrebbe iniziare dalla prossima settimana. Ma è difficile prevedere se si arriverà ad un accordo tra le forze politiche. Molte le incognite, al momento. L’ostacolo maggiore è la Lega, che da tempo spinge in direzione opposta, verso un sistema maggioritario puro. Un risultato da raggiungere attraverso un referendum costituzionale messo a punto da Roberto Calderoli e sul quale la Corte costituzionale si pronuncerà il 15 gennaio.
Perplessità sono state espresse anche dalle altre forze di centrodestra, da Fratelli d’Italia a Forza Italia, e dai rappresentanti dei partiti minori, che temono di trovarsi fuori dal parlamento a causa della soglia di sbarramento più alta (il Rosatellum la prevedeva al 3 per cento).
A questo bisogna aggiungere che in realtà la partita per l’effettiva riduzione del numero dei parlamentari non è ancora chiusa, sebbene la raccolta firme per richiedere un referendum anche su questo si sia arenata negli ultimi giorni a causa del passo indietro di alcuni senatori di Forza Italia, che potrebbero essere seguiti anche da esponenti del Partito Democratico. E il termine per il deposito in Cassazione scade il 13 gennaio.
DINO CARDARELLI