Prove di dialogo, o almeno così sembra. Il vicepresidente della Camera Di Maio ha risposto positivamente all’invito del neo-eletto segretario dem Matteo Renzi a costruire un’intesa con le forze all’opposizione per elaborare una nuova legge elettorale:
«Vogliamo scrivere le regole del gioco insieme al partito di maggioranza, il Pd, e lo vogliamo fare per due ragioni: c’è stato l’appello di Mattarella che chiede di fare una legge elettorale in modo che ci sia chiarezza sul risultato dopo le prossime elezioni, e poi il paese è in grave crisi e non possiamo permetterci nuove elezioni politiche in cui ancora una volta si partorisce un risultato incerto» (Di Maio)
I modelli di riferimento
La conciliabilità delle proposte è ancora in forse, anche perché i modelli di riferimento potrebbero differire e molto probabilmente i grillini partiranno dal testo uscito a gennaio dalla Consulta, il Legalicum. In generale sembra però esserci consenso rispetto alla volontà di sviluppare una legge che garantisca una maggiore governabilità, punto cruciale delle discussioni.
Il PD ha accolto con favore l’apertura del dialogo, ma su due punti Matteo Ricchetti ha fatto chiarezza: «L’importante è che l’impostazione, anche per le liste, conservi un impianto maggioritario e che garantisca governabilità». A tal proposito il capogruppo Emanuele Fiano ha presentato a fine aprile alcuni punti irrinunciabili per il partito: collegi uninominali, premio alla lista e armonizzazione delle soglie fra Camera e Senato. Secondo Il Sole 24 Ore, se questi elementi verranno salvaguardati, sul resto è possibile accordarsi.
I dem hanno lavorato nelle scorse settimane su un modello di tipo tedesco, in cui gli elementi sottolineati da Ricchetti e Fiano sono prevalenti. Si tratta di un sistema proporzionale con correttivo uninominale e soglie di sbarramento alte, al 5%. Il 50% dei deputati viene eletto tra quelli più votati nei collegi uninominali, mentre il restante 50% tramite liste bloccate a livello regionale. Come sottolinea Repubblica, il correttivo uninominale potrebbe essere la soluzione del PD alle bocciature della Consulta, la quale ha sempre sostenuto che i cittadini dovessero selezionare i propri candidati e per questo aveva bocciato le liste senza preferenze.
Berlusconi coinvolto nel dialogo
Parzialmente diversa la posizione di Berlusconi, che in un intervista rilasciata alle reti Mediaset si è dimostrato più propenso al proporzionale: «Noi siamo disponibili a ragionare su questa legge che deve avere un principio assoluto, deve portare a una maggioranza che rappresenti effettivamente la maggioranza degli elettori, Il sistema maggioritario, così come è stato concepito – sostiene l’ex presidente del Consiglio – porta al fatto e alla possibilità che una minoranza possa governare contro la maggioranza degli elettori, il che mi sembra non sia democrazia». L’ex premier ha comunque concordato sulla necessità di trovare l’accordo: «La legge elettorale si farà in tempi ragionevoli perché in fondo conviene a tutti». Berlusconi è atteso a Roma in questi giorni per le negoziazioni.
Giovedì il testo base in Commissione
La deadline per il testo base è prevista per giovedì, quando dovrebbe essere presentato alla commissione Affari costituzionali di Montecitorio. Sono previsti alcuni incontri preparatori fra il presidente della prima commissione Andrea Mazziotti e gli emissari elettorali dei partiti, al fine di aver un quadro più preciso della situazione e cercare una sintesi fra le varie proposte.