Sì della Camera alla riforma della legge elettorale: approvata con 375 voti favorevoli e 215 contrari. A votare a favore sono stati il Partito Democratico, Forza Italia, Lega e Ap. Contrari Mdp, Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle. Lo scrutinio segreto è stato chiesto proprio da Mdp, forte dei propri 43 deputati. Ora si attende la discussione del provvedimento al Senato. Pare che il testo possa essere consegnato già domani per discuterlo la prossima settimana. La data più probabile del voto finale in Senato è il 24 ottobre.
Ieri e oggi
La Camera oggi ha approvato la fiducia all’articolo 3 con 309 sì, 87 no e 6 astenuti; l’articolo 4 con 381 voti a favore, 152 contrari e un astenuto e l’articolo 5 con 372 sì e 149 voti contrari e 6 astenuti. Il voto segreto avrebbe dovuto espressamente richiesto dai contrari all’approvazione previa consegna di almeno 30 firme.
Ieri invece si è votata la fiducia sui primi due articoli della legge elettorale. Riguardo all’articolo uno, i voti a favore sono stati 307, 90 i contrari, nove gli astenuti. In serata, il turno del secondo articolo approvato con 308 voti favorevoli, 81 contrari e 8 astenuti.
Nel frattempo
La protesta continua in piazza Montecitorio. I sostenitori del movimento 5 stelle hanno atteso l’arrivo di Beppe Grillo che non si è presentato. Al suo posto sono saliti sul palco Roberto Fico e luigi di Maio. Severissime le dichiarazioni del candidato premier cinque stelle: “State approvando in maniera antidemocratica una legge incostituzionale. State lasciando al Paese una nuova legge truffa e la storia non vi assolverà”. Dal Pd risponde Ettore Rosato “E’ una norma giusta, che consente a un cittadino italiano residente in Italia di candidarsi all’estero garantendo lo stesso diritto che ha un cittadino italiano residente all’estero di candidarsi in Italia, è un principio di reciprocità” riferendosi al cosiddetto Salva-Verdini
In ogni caso i voti che sono venuti a mancare alla maggioranza all’ultima approvazione sono 66 sui 441 calcolati. Ciò che resta da vedere adesso è se la questione di fiducia sul Rosatellum bis sarà posta anche al Senato.
Giorgio Russo