La nuova legge anti-aborto della Lega punta all’adozione prima del parto per aumentare l’indice di natalità.
E’ stata presentata alla Camera la legge anti-aborto (sottoscritta da una cinquantina di parlamentari) in cui si chiede di riconoscere la “soggettività giuridica al concepito”. Affinché possa avvenire un’adozione durante la gravidanza e non a parto avvenuto.
L’obiettivo della legge è quello di permettere alle coppie (formate da un papà e una mamma) di presentare l’apposita domanda al Tribunale dei minori. La donna che intende abortire “fino al momento della nascita e nei sette giorni successivi, può sempre e liberamente revocare il proprio consenso”. La lega sostiene che il numero di aborti avvenuti negli anni 1990-2010 (con un aumento del 182%, molti dei quali avvenuti clandestinamente) sono il risultato della crisi economica che ha colpito l’Italia negli anni successivi.
Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle si oppongono duramente alla nuova legge anti-aborto, definendo la proposta arcaica:“E’ un ritorno al Medioevo”. A pochi giorni dal Convegno delle Famiglie che si terrà a Verona, Alessia Morani deputata del Pd, ha dichiarato:
La Lega vuole smontare la 194, peraltro fornendo dati falsi sugli aborti, visto che è noto a tutti che sono diminuiti negli anni. Non solo: prevedendo la possibilità di adozione del nascituro, Salvini e i suoi seguaci stanno di fatto codificando la pratica dell’utero in affitto, aprendo a un mercato di donne e bambini che si prestano, magari per necessità e chissà, forse dietro sussidio, a favore di coppie sterili.
Nel Luglio 2018 la Lega presentò due proposte: il progetto Gemma che offriva alle mamme che intendevano abortire un sostegno economico e il progetto Culla segreta, che favoriva le adozioni in anonimato dei bambini che altrimenti sarebbero stati abortiti. Contro la mozione si scagliarono molte donne, tra cui la deputata del Pd Alessia Rotta che dichiarò “Fermiamo il tentativo di riportarci a tempi bui”.