Tutti d’accordo sul fronte italiano, ma Salvini si astiene. E il rapporto fra Lega e Lukashenko diventa sempre più filorusso.
A Bruxelles, ieri, si è parlato di Bielorussia. Il Parlamento Europeo non ha riconosciuto come presidente della Bielorussia Lukashenko, con la conseguente condanna della repressione violenta delle proteste. La Lega di Matteo Salvini, però, non si è espressa: facendo molto rumore. Perché la sintonia fra Lega e Lukashenko ha poco di europeo.
Lega e Lukashenko – il grande partito di destra è più presente che mai, con il suo silenzio.
È strano vedere Fratelli D’Italia, Forza Italia, il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle votare per la stessa cosa. Non che quest’idillio sia durato molto: subito dopo si è parlato del caso Navalny e la “strana coppia” M5S-PD si è di nuovo spaccata, ma questa è un’altra storia.
Ciò che ci interessa è che c’è stato un grande assente nei voti contro Lukashenko, un assente più presente che mai nelle reazioni contrariate delle opposizioni: Salvini. E quest’affinità fra Lega e Lukashenko ha poco di europeo.
Il leader del Carroccio Matteo Salvini, in particolare, si è astenuto.
La candidata di destra alla presidenza della Toscana, Susanna Ceccardi, ha fatto lo stesso.
Le reazioni contrarie sono arrivate immediatamente, fra cui quella di Nicola Zingaretti.
A Bruxelles la Lega si è astenuta sulla condanna a un dittatore. Che schifo. #Lukashenko
— Nicola Zingaretti (@nzingaretti) September 17, 2020
Nessuna risposta o chiarimento da Ceccardi e Salvini.
La bilancia del Carroccio tende al filorusso – Lega e Lukashenko con Putin in comune
È da ribadire che questo voto non ha effetto immediato: si aspetta ancora l’opinione del Consiglio Europeo. Il suo valore era meramente simbolico e simbolica è stata anche l’astensione del partito di destra più influente in Italia.
I rapporti tra Russia e Lega – e quindi, di conseguenza, fra Lega e Lukashenko – sono ben noti, sin dal tempo di Savoini e dei 49 milioni. E non è un mistero l’ammirazione per il progetto di Putin da parte di Matteo Salvini.
Durante lo Stato dell’Unione, il primo di Ursula von der Leyen, il capogruppo del Partito popolare europeo Manfred Weber – per intenderci, il gruppo parlamentare europeo che comprende Forza Italia – ha attaccato duramente una serie di elementi con strani gusti filorussi, tra cui Matteo Salvini.
“Una parola ai colleghi del Front National, Syriza e a Salvini: siamo qui per servire i cittadini europei, un vero patriota non può essere una marionetta di Putin”.
La risposta di Salvini, priva di alcun tipo di valore politico (“mi auguro che si occupi di Germania come io mi occupo di Italia” ) o di spiegazioni, ci mostra solo il continuo mutismo sui rapporti con la Russia che andrebbero chiariti al più presto.
Il problema non è, però, solo il rapporto con la Russia. Non è una questione solo geopolitica, ma morale: si parla di una visione del mondo estrema e pericolosa, in cui si privilegia un uomo dal pugno di ferro, si scambia la violenza con sicurezza e si ha paura d’essere troppo buoni.
Perché certe cose vanno condannate, come ci ricorda Ursula von der Leyen parlando della situazione migratoria:
“Noi siamo convinti che ogni essere umano ha una dignità solenne che non può essere toccata, indipendentemente dalla sua provenienza. L’estrema destra ha un’altra visione: ci sono diversi tipi di esseri umani. Ci siamo noi e ci sono loro, gli altri. E gli altri devono essere affrontati con l’odio. Ma l’odio non è mai stato un buon consigliere .”
Giulia Terralavoro