Aboubakar e la Lega dei Braccianti nella terra di Giuseppe Di Vittorio
Prima era un ragazzo di soli 19 anni appena scappato dalla Costa D’avorio, ora Aboubakar Soumahoro è l’indomabile figura simbolo della lotta dei braccianti italiani. Parla di diritti e dignità, usa parole di “sinistra”, ma i concetti sono molto più semplici di quanto sembrino.“Dietro le grandi filiere agricole ci sono vite spezzate dalla fame e dalla miseria, serve un permesso di emergenza sanitaria convertibile per attività lavorativa”. Aboubakar lo grida nelle piazze e, se serve, anche in tv di fronte alla ministra Bellanova in merito alla sanatoria del decreto rilancio, per regalare un anelito di speranza a chi lavora ogni giorno nei campi. Speranza, ma non solo. Da qualche giorno in mezzo ai campi di Borgo Mezzanone è sorta la Casa dei diritti e della dignità, nella terra del sindacalista CGIL Giuseppe Di Vittorio. Nasce difatti per la prima volta una Lega dei Braccianti, punto di riferimento per la tutela dei lavoratori e luogo di attività politica.
Aboubakar, non senza polemiche da parte della CGIL, ha preso l’eredità di Di Vittorio per legittimare la scelta del suo progetto. In fondo, quelle stesse terre hanno visto braccianti sfruttati e lotte sindacali sin dal 900′. Ora il filo che collega questi due attivisti sembra più vicino che mai.
Dalle ceneri di Giuseppe Di Vittorio, la Lega dei Braccianti di Aboubakar Soumahoro
Aboubakar viene da una famiglia non politicizzata, ma da quando è venuto in Italia nel 1999 le cose sono cambiate. Dopo la trafila per i lavoretti da muratore, è passato all’attivismo politico. A Roma partecipa alle prime manifestazioni ed ai primi cortei, poi nel 2010 si iscrive all’Unione Sindacale di Base (USB). Sempre nello stesso anno si laurea in sociologia con un’analisi sulle condizioni di lavoro dei migranti in Italia.
L’attenzione per i diritti dei braccianti stranieri sembra incarnare lo spirito di Giuseppe Di Vittorio, nato il 13 agosto 1892, che parlava di unire la lotta dei lavoratori, all’alba delle prime vertenze sindacali. Di Vittorio del resto vedeva le condizioni di sfruttamento arrivare persino dentro la porta di casa, il padre e tutta la famiglia erano braccianti. Dopo anni di lotte, nel 1913 diventa segretario della Camera del Lavoro di Cerignola, la terra del foggiano al centro del caporalato e dello sfruttamento. Con il Partito Socialista nel 1921 viene eletto deputato e in seguito aderisce al Partito Comunista contro l’insorgere del fascismo a favore dei valori marxisti e democratici.
Un secolo dopo, nella stessa terra, nasce la Lega dei braccianti di Aboubakar Soumahoro, il risultato di lotte sindacali e dell’emancipazione dei lavoratori contro il caporalato. Le richieste di Aboubakar, dal famoso sciopero in villa Pamphilj per gli Stati Generali all’istituzione degli Stati Popolari a Roma, hanno avuto un’eco inaspettata. Ora l’attivista della Costa D’avorio ha lasciato l’USB per seguire la sua strada o meglio, per seguire gli insegnamenti di Giuseppe Di Vittorio e a quella figura che non aveva mai smesso di sognare un futuro migliore per i braccianti. Parlare di riscatto sociale in modo semplice ed efficace, ecco l’eredità che Aboubakar Soumahoro è pronto a raccogliere.
Valerio Caccavale