La vita è musica.
C’è vita perché il cuore batte secondo un ritmo, si respira secondo un tempo, si parla attraverso l’emissione di suoni, si cammina attraverso la coordinazione di più movimenti che potrebbero essere paragonati a quelli di un maestro che guida la sua orchestra ed emoziona per la dinamica.
I positivi effetti che la musica ha sull’uomo sono molteplici. È indispensabile, tuttavia riflettere sull’attività uditiva dell’ascolto attivo e non passivo. Fin dal ventre materno il bambino percepisce suoni, rumori, voci e musica. L’attenzione del bambino, in questo frangente così come in seguito, si concentra sulle alte frequenze. Già dopo poche ore dal suo concepimento, l’orecchio del bambino inizia ad abituarsi a suoni che si udiranno in maniera passiva per il resto della vita, a eccezione di singoli momenti in cui ci si concentra per percepirli: basti pensare al respiro, il nostro orecchio non lo ode anche se le frequenze esistono. Questo è l’ascolto passivo che si contrappone all’ascolto attivo, che invece può essere allenato.
L’ascolto attivo è molto importante e può essere agevolato della musica classica che, oltre a permettere il rilassamento totale di corpo e mente, favorisce anche la percezione spazio-temporale e soprattutto facilita la concentrazione nelle attività celebrali complesse. È a tal proposito scientificamente provato che le persone educate fin da bambine all’ascolto della musica classica ottengono in minor tempo risultati in calcoli matematici complessi, senza un grande dispendio di energie.
Teorie neurologiche dimostrano e avvalorano la tesi dell’Effetto Mozart, secondo cui, oltre che per sviluppare il ragionamento spazio-temporale, favorire la concentrazione, ottimizzare i tempi di apprendimento e permettere il rilassamento, ascoltare la musica del grande maestro aiuta a compensare e restituire carenze dovute a danni subiti: su tutto ciò si basa l’odierna musicoterapia che riesce a curare molte patologie.
Inoltre è stato dimostrato da diversi studi che bambini che prendono lezioni di musica e dunque studiano quella classica partendo dalla mozartiana, in molti casi presentano un Quoziente Intellettivo superiore rispetto a qualsiasi altra attività extrascolastica. Molti neurologi affermano che ci sia un chiaro rapporto causa-effetto tra ascolto musicale e apprendimento, risultano essere direttamente proporzionali. La maturazione neurologica nell’evoluzione di un individuo, si svolge attraverso periodi di massimo apprendimento (nella fase dell’infanzia i bambini sono capaci di immagazzinare moltissime informazioni) che sono tanto più duraturi quanto stabili e rapidi se si tiene in considerazione l’Effetto Mozart.
La mente umana non è che un inesauribile hard disk che ottiene molti più gigabyte e molta più velocità di archiviazione grazie alla musica, quindi perché non preferire un carillon a un qualsiasi altro suono?
Maria Giovanna Campagna