Il sovra sfruttamento delle risorse naturali da parte del genere umano è una triste realtà che si protrae da ormai oltre mezzo secolo e che da qualche anno è sancita con una data particolare. Si tratta dell’Earth Overshoot Day, che quest’anno cade il 1° Agosto e che segna il momento in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse che la Terra produce in un anno. Nel 2024 siamo quindi in debito con il nostro pianeta di ben 5 mesi.
Tale ricorrenza è calcolata ogni anno dal Global Footprint Network mettendo in relazione la capacità biologica del Pianeta e l’impronta ecologica del genere umano. I dati emersi durante gli anni raccontano di un costante peggioramento che tuttavia negli ultimi 10 anni sembra aver almeno rallentato.
Dal 1974 al 2004 la data culmine è passata dal 5 Novembre al 2 settembre, negli ultimi 10 anni invece l’Earth Overshoot Day è anticipato di “soli” 4 giorni ovvero dal 5 al 1° Agosto, data del 2024. A questo ritmo di consumo l’umanità necessiterebbe di 1,7 pianeti per non essere in debito e con tale tendenza nel 2030 si potrebbe arrivare a necessitare di 2 pianeti.
Il Global Footprint Network è un organizzazione benefica fondata nel 2003 negli Stati Uniti con lo scopo di analizzare e sviluppare strumenti che possano promuovere la sostenibilità ambientale. L’organizzazione produce una relazione annuale dal 1961 e negli anni questa è diventata sempre più accurata. Tra i principali dati utilizzati ci sono proprio l’impronta ecologica e la biocapacità terrestre il cui studio è nato all’inizio degli anni ’90 per merito degli studiosi Mathis Wackernagel e William Rees. Come descritto anche nel sito della stessa organizzazione:
«La strategia chiave è quella di rendere disponibili dati affidabili a riguardo. Questa continua a essere l’unica metrica che confronta in modo completo la domanda umana sulla natura con la capacità della stessa di rigenerarsi e ciò perché è basata su una contabilità semplice e diretta e non su punteggi arbitrari.»
La situazione italiana e le soluzioni del WWF
Se guardiamo nello specifico all’Italia la situazione non è certo migliore poiché il nostro Overshoot Day è arrivato il 19 Maggio scorso e se tutti gli umani avessero le nostre stesse abitudini di pianeti ne servirebbero 2,6. All’interno dell’Europa l’impronta ecologica italiana resta comunque medio bassa e fanno peggio di noi sia la Francia che la Germania, ma è invece più sostenibile la vita condotta dagli spagnoli. In gran parte gli alti consumi degli italiani sono dovuti ai trasporti, ancora oggi fin troppo legati al camion e al trasporto su strada, e dal consumo alimentare con i relativi sprechi.
Alcune possibili soluzioni, anche semplici e da mettere in pratica ogni giorno, allo scopo di invertire tale tendenza e posticipare l’Earth Overshoot Day sono state pubblicate dal WWF sul proprio sito. Utilizzare, per esempio, energia generata per il 75% da fonti rinnovabili (ad oggi siamo fermi al 39%) potrebbe spostare in avanti l’Earth Overshoot day di 26 giorni. Ci sono poi possibili soluzioni che riguardano la vita comune di ognuno di noi come dimezzare il consumo di carne che ci farebbe guadagnare altri 17 giorni. Tagliare invece della metà gli sprechi alimentari nel mondo posticiperebbe di 13 giorni il momento della “scadenza”.
Il concetto ed il messaggio che la stessa organizzazione mondiale vuole lanciare è che questo problema riguarda ognuno di noi e da tutti pretende un piccolo sforzo per invertire la tendenza e migliorare una situazione che altrimenti, con una popolazione mondiale in costante crescita ed una relativa domanda di risorse in aumento, rischia di metterci di fronte a molteplici rischi e con costi molto elevati. Rientrare nei limiti che ci impone il nostro pianeta non è quindi da intendere come un sacrificio, ma invece come un passo avanti per il benessere dell’intero genere umano.