Chi se non un bambino si chiederebbe “le lune possono avere lune?”, probabilmente questa domanda l’avranno posta altri bambini, ma quando a farlo è stato il figlio di quattro anni di Juna Kollmeier, astronoma presso l’istituto Carnegie di Washington a sua madre la meravigliosa curiosità di un bambino di quell’età ha messo in moto una ricerca e una disputa scientifica che ha acceso l’interesse di ricercatori per tutto il globo.
Mi immagino (sembra una favola ma pare sia andata così) la Kollmeier che stava coordinando un programma sulla Via Lattea presso il Kavli Institute for Theoretical Physics che chiede al suo vecchio compagno di college Sean Raymond che appartiene all’università di Bordeaux e stava coordinando un programma sulla dinamica di pianeti di tipo terrestre presso lo stesso istituto “sai cosa mi ha chiesto mio figlio?”.
I due scienziati hanno deciso di unire le forze per affrontare la questione. Il risultato è stato una ricerca che risponde affermativamente, le sottolune sono possibili, pubblicata nel numero di febbraio 2019 di Monthly Notices of the Royal Astronomical Society: Letters ma disponibile online già dalla fine dello scorso anno mentre la questione era stata già discussa dai due in un seminario.
La conclusione a cui sono giunti è che è possibile a certe condizioni, si deve trattare di satelliti naturali di grosse dimensioni che orbitano abbastanza distanti dal loro pianeta.
Nel nostro sistema solare quattro lune soddisfarebbero questi requisiti, la nostra Luna, Callisto (satellite di Giove) e Titano e Giapeto (satelliti di Saturno).
Queste vanno però considerate come condizioni necessarie ma (forse) non sufficienti, cioè bisognerà indagare altri aspetto che potrebbero influenzare la stabilità dell’orbita di queste sottolune, ad esempio nel caso della nostra Luna la distribuzione non omogenea della massa nella crosta lunare.
Le implicazioni per lo studio dell’evoluzione del sistema solare sono importanti, se quattro lune potrebbero avere sottolune stabili ma non ne hanno questo dà indizi sulla formazione di quei pianeti e di quelle lune. Esistono anche implicazioni prettamente pratiche, se davvero la Luna potrebbe avere un suo satellite in orbita stabile è chiaro che è immaginabile un giorno inserire in un’orbita stabile una struttura artificiale.
Infine i ricercatori pensando agli esopianeti (premesso che sarebbe difficilissimo individuare sottolune extra-solari) e alla possibilità di vita si sono chiesti se sarebbe possibile su sottolune, la conclusione a cui sono giunti è forse attorno a grandi stelle, nel caso per esempio delle comunissime nane rosse la zona di abitabilità è così vicina alla stella che le forze di marea renderebbero le sottolune instabili.
Roberto Todini