Le seconde generazioni di immigrati e l’inclusione dei cittadini stranieri in Europa

Seconde generazioni di immigrati e l’inclusione dei cittadini stranieri in Europa.

L’integrazione degli stranieri in Europa si evidenzia dall’emergere delle seconde generazioni di immigranti, che scelgono di rimanere e di costruirsi una vita nel paese ospitante. Tuttavia, ci sono ostacoli che bloccano la realizzazione completa del processo di integrazione e che interessano ancora molti, anzi troppi, Paesi dell’euro-zona.

La difficoltà di acquisire la cittadinanza da parte di chi nasce in Europa, costituisce uno dei problemi che si riscontrano con più frequenza per le seconde generazioni di immigrati. Solo in 4 Paesi europei il tasso di naturalizzazione supera il 5%. La percentuale italiana raggiunge il 3%.

La situazione attuale delle seconde generazioni di immigrati in Europa

Negli ultimi decenni, si è delineata sempre di più una caratteristica dell’immigrazione europea che vede come soggetti principali tutti coloro che sono nati e cresciuti in Europa, ma che hanno una discendenza di origine straniera.

Si tratta delle seconde generazioni di immigrati che si distinguono dalle prime in quanto quest’ultime sono formate da persone che nate in altri Paesi del mondo e che solo successivamente hanno raggiunto il vecchio continente per stabilirsi.

Il problema principale che colpisce queste seconde generazioni di immigrati risiede nel fatto che in molte circostanze queste persone non vengono automaticamente riconosciute come cittadini europei.

Tale ostacolo, genera un rallentamento e molte difficoltà inerenti al percorso di naturalizzazione, ovvero un iter burocratico da seguire per richiedere ufficialmente l’ottenimento della cittadinanza

I dati delle prime e delle seconde generazioni di immigrati in Europa




I dati riguardanti l’immigrazione nel continente europeo mostrano che oltre un quinto della popolazione residente in età lavorativa, ovvero tra i 15 e i 64 anni, è nata all’estero o ha almeno un genitore nato in un Paese extra-europeo.

Se si considerano solamente i flussi migratori di cittadini extra-europei e dei loro discendenti, allora si parla di circa 17 milioni di persone, ovvero il 6% della popolazione totale in Europa.

Oltre il 90 % dei casi riguarda persone nate in altri paesi, ma data la volontà di queste persone di stabilirsi nel Paese ospitante dove decidono di trascorrere il resto della loro vita, acquistano importanza anche i loro discendenti. Sono questi discendenti che vanno a formare le seconde generazioni di immigrati.

L’Ufficio statistico europeo inserisce in questa categoria sia coloro che hanno entrambi i genitori stranieri, sia tutti i figli di famiglie in cui almeno uno dei due genitori è non europeo.

L’Eurostat ci fornisce un dato che, come detto in precedenza, riguarda solamente coloro che rientrano attualmente della fascia d’età lavorativa, escludendo di conseguenza tutta la fascia di età più giovane che in Paesi come l’Italia è quella che incide maggiormente sul dato delle seconde generazioni di immigrati.

Il dato che risale al 2022, mostra che sono 898 mila gli adulti nati nell’Unione europea che hanno almeno un genitore extra-comunitario.

I processi di naturalizzazione nei diversi Paesi europei

Attualmente, la concessione diretta e automatica della cittadinanza non è vincolata da nessuna norma in nessuno degli Stati membri dell’Unione europea.

In Belgio, Irlanda, Germania e Portogallo, l’ottenimento definitivo della cittadinanza europea viene concesso solo se i genitori hanno soggiornato almeno per un periodo che va dai 3 ai 10 anni in territori europei.

In Francia, Lussemburgo, Portogallo, Paesi Bassi, Spagna, Belgio e Grecia esiste un’opzione, riconosciuta come doppio ius soli, che prevede la concessione della cittadinanza quando uno dei due genitori è nato nel Paese europeo.

Negli altri Stati europei non esiste nessuna opzione per la concessione diretta della cittadinanza alle seconde generazioni di immigrati, se non quella di seguire i processi di naturalizzazione standard previsti per qualsiasi straniero.

Il caso italiano

In Italia la cittadinanza può essere acquisita tramite tre modalità:

Oggi l’Italia è il decimo Paese europeo per tasso di naturalizzazione.

La situazione attuale dei processi di naturalizzazione in Europa

Il tasso di naturalizzazione è inferiore al 5% in 23 Paesi europei su 27.

Solo i Paesi Bassi e la Svezia raggiungono una percentuale che supera il 10%, mentre in Repubblica Ceca, Croazia, Ungheria, Estonia, Lettonia e Lituania non arriva all’1%. In Italia ferma appena al di sotto del 3%.

La riflessione che nasce da questi dati, evidenzia come il processo integrativo in Europa sia ancora molto lento e difficile da applicare nella realtà. Tutto ciò deriva da ostacoli che bloccano l’acquisizione di diritti e doveri, derivanti dall’ottenimento della cittadinanza in maniera logica e diretta, in un continente dove l’invecchiamento della popolazione sta diventando un problema importante.

Andrea Montini

 

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