La scuola cattolica
L’anno scorso fece parlare di sé il film La scuola Cattolica di Stefano Mordini. La pellicola, che racconta la storia del massacro del Circeo, fu vietata ai minori di diciotto anni. Questo nonostante adolescenti fossero sia gli attori che i protagonisti della tragica violenza del 1975. Fu rovente l’accostamento tra le scuole cattoliche rivolte al ceto alto, manifestamente devoto alla Chiesa, e l’efferata violenza dei crimini commessi. Le scuole cattoliche oggi continuano ad animare il dibattito pubblico. Stavolta la protagonista della discussione è una comunicazione della Congregazione per l’educazione cattolica lanciata il mese scorso. La nota, diffusa dalla Santa Sede, invita le scuole cattoliche paritarie ad applicare rigorosamente le norme del diritto canonico.
Cosa dice la nota della Congregazione per l’educazione cattolica
Capita piuttosto spesso che la Chiesa dica la propria circa quale sia il più appropriato stile di vita da mantenere. Succede anche frequentemente che dal Vaticano arrivino commenti e indicazioni sulla politica italiane. Ne è un caso la nota della Congregazione per l’Educazione Cattolica lanciata un mese fa. La direttiva ordina, per le scuole cattoliche paritarie, la facoltà – e il dovere – di sanzionare i dipendenti che nella vita privata non si attengono alla dottrina della Chiesa. Secondo questa istruzione, si potrà, e anzi si dovrà, licenziare docenti o altri dipendenti della scuola che convivono con una persona dello stesso sesso. Un altro esempio di comportamento sanzionabile è l’aver effettuato un’interruzione di gravidanza. Stando alle indicazioni della Santa Sede, infatti, gli insegnanti devono fornire anche “con la testimonianza di vita” un servizio che è “munus (dono) e ufficio ecclesiale”.
Il silenzio del Ministro Bianchi
Oggi, a un mese esatto dall’Istruzione della Congregazione per l’Educazione Cattolica, qualcosa si muove. Il Ministro dell’Istruzione Bianchi ha ricevuto una lettera che denuncia l’incompatibilità di questa statuizione con il sistema nazionale d’istruzione. A spedire la missiva è stata l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti. L’associazione, da sempre attiva nella difesa della laicità, ha evidenziato la natura discriminatoria di queste disposizioni. Non solo: ha ricordato che sul territorio italiano dovrebbe essere la Repubblica a dettare le norme generali sull’istruzione. Il segretario nazionale dell’Uaar, Roberto Grendene, ha dichiarato di aver aspettato un mese. Questo lasso di tempo è stato fornito per dare tempo al ministro Bianchi di prendere posizione rispetto a tali discriminatorie statuizioni. Ma, non essendo ciò avvenuto, l’associazione ha scritto al ministro.
Una lettera per il Ministro dell’Istruzione
Sono molto chiare le richieste fatteal Ministro Bianchi. Si chiede che siano interrotti i finanziamenti e che sia revocata la parificazione alle scuole private paritarie che non si impegneranno a non discriminare i dipendenti sulla base di scelte di vita non coerenti con il catechismo. Scelte che non rispondo alla dottrina cattolica e magari non accontentano il Sinodo dei Vescovi, ma pur sempre libere e legittime in una democrazia liberale. Il pensiero vola subito all’autodeterminazione di genere, da sempre ostacolata dalla Chiesa. Una condotta che infatti rappresenta oggetto di sanzione per la Congregazione per l’Educazione Cattolica è la convivenza con una persona dello stesso sesso. Altri esempi di condotte passibili di sanzione sarebbero l’aver acceduto all’interruzione di gravidanza, fare uso della contraccezione o esercitare il diritto all’apostasia formale.
Discriminazioni con i soldi pubblici
«Niente di sorprendente, sia chiaro», ha dichiarato Grendene, «ma è inaccettabile che tali scuole ricevano un miliardo di euro l’anno di finanziamento pubblico e che si possano fregiare della subdola parificazione alla scuola pubblica». Stride infatti la parola “pubblica” se utilizzata per definire un istituto dove chi si iscrive deve aderire a un progetto educativo religiosamente orientato. Prosegue il segretario dell’Uaar: «L’interruzione immediata dei finanziamenti e la revoca della parificazione a tutte le scuole private paritarie sarebbe il minimo sindacale da parte di uno Stato che ha reinterpretato in maniera fantasiosa e clericale il concetto “senza oneri per lo Stato” stabilito all’art. 33 della Costituzione». La richiesta è che tanto il Ministero quanto le amministrazioni comunali rivedano i finanziamenti alle scuole cattoliche paritarie. La metà dei finanziamenti pubblici alle scuole private paritarie, infatti, arriva dai Comuni. Questo è particolarmente significativo per le scuole dell’infanzia, molte delle quali di orientamento cattolico.
La Lettera al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi
La lettera al Ministro dell’Istruzione Bianchi, datata 29 aprile, ha come oggetto i provvedimenti a seguito dell’Istruzione della Congregazione per l’Educazione Cattolica del 29 marzo. Nella lettera c’è scritto: «Riteniamo queste discriminatorie statuizioni non compatibili con il sistema nazionale di istruzione. Le chiediamo di conseguenza di revocare la parificazione e interrompere i finanziamenti pubblici a tutte le scuole private che non si impegneranno formalmente a considerarle estranee al loro ordinamento.
Cosa aspettarsi
Fiduciosi nella cosa pubblica, speriamo che il ministro saprà garantire il rispetto del supremo principio costituzionale della laicità e l’attuazione dell’articolo 33 della Costituzione. L’articolo che prevede che sia la Repubblica a dettare le norme generali sull’istruzione lasciando a enti e privati il diritto di istituire scuole senza oneri per lo Stato.