Ogni cultura ha le proprie usanze ma anche differenti strumenti per mangiare quando ci si siede a tavola. Tra le varie pietanze ce ne sono alcune da poter consumare direttamente con le mani, come per esempio i classici panini, mentre altre si devono rigorosamente mangiare con le posate. Ma come già sappiamo, non tutti utilizzano gli stessi utensili: in Asia si mangia principalmente con le bacchette e in Africa spesso e volentieri direttamente con le mani.
Chi mangia con le mani?
I primi a mangiare con le mani sono i bambini molto piccoli! Preferiscono naturalmente utilizzare i loro arti per portare il cibo alla bocca perché sono alla scoperta del mondo. Grazie ai sensi del tatto, della vista e del gusto iniziano a comprendere le consistenze, i colori e le temperature. Poi con il tempo e l’educazione si insegna loro ad utilizzare correttamente le posate. Ad ogni modo in certe regioni mangiare con le mani non è poi così assurdo, ovviamente lavandole con la dovuta cura e igiene. Infatti in India, Malesia, Thailandia, Marocco e Senegal ( e nella maggior parte dei paesi africani) si mangia con le mani!
In India la tradizione ayurvedica ha consolidato da secoli questa modalità. Una particolare usanza che gli indiani condividono con gli arabi è quella di utilizzare solo la mano destra come strumento per mangiare, perché con la sinistra ci si pulisce il retro (in certe culture non viene usata la carta igienica ma direttamente l’acqua corrente, però questo è un altro discorso). In questi contesti usare la mano giusta è una questione di igiene così importante da dover stare attenti a non stringere mani o passare oggetti con la mano sbagliata.
In Nord Africa si mangia tutti insieme da un grosso piatto, utilizzando appunto la mano destra come un cucchiaio o dei pezzi di pane; mentre in Malasia il riso viene servito su grosse foglie di banano.
I Finger food
Potranno sembrarci usanze così lontane dalle nostre, ma non è più così. Oggi, negli Stati Uniti, in Inghilterra e in altri paesi europei, c’è la tendenza di andare a mangiare nei finger food (cibo da dita). In questi ristoranti viene proposta una vera e propria esperienza sensoriale per assaporare il cibo direttamente con le dita! Questo modo di nutrirsi presenta anche dei vantaggi.
Non stupitevi, anche in Europa la pizza e il pollo si mangiano spesso con le mani. Nessuno mai vi ha detto che “anche la regina Margherita mangia il pollo con le mani?” Infatti la regina Margherita (1851-1926) è stata una delle prime donne di corte a preferire le mani piuttosto che le posate durante un banchetto a base di pollame.
Quali vantaggi ha mangiare con le mani?
Utilizzando le mani sviluppiamo il tatto e questo può darci tutte le informazioni che non potremmo ottenere con le posate. Infatti le terminazioni nervose delle nostre dita possono valutare la temperatura e la consistenza del cibo, così come fanno i bambini. Questi dati vengono distribuiti al cervello che si occuperà di informare lo stomaco di preparare un ambiente gastrico adatto alle caratteristiche del cibo.
Molti credono che mangiare con le mani sia un segno di mancata civilizzazione, ma dobbiamo ricordarci che le posate sono un’usanza introdotta nelle nostre tavole in tempi relativamente recenti.
Infatti i Greci e i Romani consumavano il cibo direttamente con le mani e chi poteva permetterselo utilizzava ditali d’argento per non sporcarsi direttamente le dita.
L’avvento delle posate
La forchetta era probabilmente già usata in Oriente ma in Europa verrà formalmente introdotta durante il Medioevo. Utilizzare posate così elaborate andava contro la tradizione ed era visto in maniera disdicevole soprattutto dal clero. La forchetta era addirittura considerata uno strumento del demonio!
E’ intuibile pensare che le posate siano state pensate come un surrogato delle mani per evitare di scottarsi con i cibi caldi. Inizialmente si usava un coltello per infilzare il cibo e poi a questo sono state introdotte delle punte in più (chiamate rebbi) per poter afferrare meglio il cibo.
Già nel 1100, durante la Sicilia araba, ci sono fonti che confermano la nascita della pasta, la quale si diffuse nel 1300 risalendo per lo stivale. In questi anni si iniziarono ad usare le forchette proprio perché questa pietanza era calda e scivolosa.
Nella seconda metà del 1400 Lorenzo de Medici commissiona a Sandro Botticelli un quadro ispirato ad una delle novelle del Decameron di Boccaccio: il Nastagio degli Onesti (1483). In questa opera si possono individuare sulla tavola degli strumenti per mangiare simili alle forchette! Le forchette erano una novità perché in quel periodo le tavole erano coperte da tovaglie e i commensali si rifornivano da grandi piatti centrali.
Ad ogni modo anche nel 1600 il Re Sole non era l’unico che preferiva mangiare con le mani. L’uso delle forchette in Europa avverrà dal 1700 non appena si consolidò l’idea delle posate come strumento per mangiare, igienico e pratico!
Perché si chiamano posate?
Le posate sono sempre state strettamente personali. Inizialmente ognuno si portava i propri strumenti per mangiare e li posava sul tavolo, ecco perché hanno questo nome!
Ci siamo dimenticati del cucchiaio
Il cucchiaio è una posata molto antica, il suo nome deriva da cochlea (chiocciola, conchiglia). Ricorda la forma di una mano semi chiusa che raccoglie l’acqua. E’ infatti uno dei primi strumenti per mangiare cibi liquidi creato naturalmente dall’uomo. Era considerata la posata dei poveri che si alimentavano principalmente di zuppe di verdure.
In Asia si usano le bacchette
Le bacchette sono utilizzate in Cina, Giappone, Corea, Vietnam e in altri paesi asiatici. In alcuni casi però è usato anche il cucchiaio, soprattutto se si tratta di alimenti liquidi e caldi.
Le bacchette sono fatte in vari materiali (legno, bambù, avorio, pietre preziose o plastica). Si tratta di due bastoncini manovrati con il pollice e le altre dita nati nella Cina antica. Le fonti ci confermano che erano utilizzate nei tempi della dinastia Shang (1600-1100 a.C).
Ci sono numerose leggende al riguardo ma la considerazione più logica è che siano nati come strumenti necessari per non scottarsi, come le forchette!
Cristina Meli