Per l’uomo generalmente è, ed è sempre stato piuttosto difficile immedesimarsi negli altri esseri viventi. Il nostro mondo non è abitato solamente da esseri umani, bensì da una miriade di creature che vivono una vita differente dalla nostra. Sembra banale ma in realtà non lo è. Per l’uomo è già complicato mettersi nei panni di un altro uomo o di un animale. È complicato capire le sue esigenze, i suoi sentimenti e le sue sensazioni in una situazione di vita che non è propriamente la sua.
Gli animali, come gli uomini, dovrebbero vivere liberi e godere della natura e dei propri istinti. Gli spunti che verrranno esplicati sono rivolti a tutti, ma soprattutto a tutti coloro che riescono a guardare oltre la vita in gabbia degli animali e oltre la vita dell’uomo circordata dal cemento. Perchè se ci si pensa un po’, non è proprio la vita che madre natura ci ha regalato su questo Pianeta.
Le piante parlano?
La premessa voleva soltanto evidenziare la poca capacità dell’uomo di comprendere e di immedesimarsi in esseri che non sono simili a se stesso. Figuriamoci quando si parla di piante. Probabilmente nell’avanzare del tempo e delle epoche l’uomo riuscirà a diventare sempre più consapevole e cosciente dell’importanza della vita di tutti gli esseri viventi. La soluzione non è andare a vivere su Marte, la soluzione sarebbe imparare ad amare il luogo in cui tutti siamo nati e trovare un modo per convivere con gli altri organismi che ci abitano.
La natura fa parte di noi, ce ne si accorge quando si prova benessere alla vista di un prato o di un albero. Niente è ancora certo, però alcuni studi affermano che la natura, e quindi i vegetali, oltre ad essere vivi provano emozioni e comunicano. Sembrerà strano leggere certe parole ma come si precisava prima, l’uomo fa ancora molta fatica a comprendere schemi di comunicazione e di vita che sono molto differenti dai propri.
Come capire la natura
Le piante è vero, sono senza cervello, ma sono vive, in qualche modo dovranno pur comunicare. Per l’uomo è molto più facile parlare e comunicare con un animale, chi non c’ha mai provato? (Probabilmente qualche volta ci siamo presi anche dei pazzi). Gli animali in qualche modo ci capiscono e si fanno capire, ma per quanto riguarda le piante la questione è molto più complessa. Non dobbiamo certamente aspettarci una risposta con uno sguardo o con un suono, ma una risposta “a modo loro“. In fondo, se pensiamo, conosciamo già un linguaggio delle piante. Ci dicono quando soffrono nel momento in cui le potiamo e perdono la linfa. Per fermare il flusso di linfa infatti sono necessari dei cicatrizzanti appositi. Non è forse un modo di comunicare che conosciamo?
Il mondo delle piante è ancora da scoprire
Il mondo delle piante è ancora in parte sconosciuto e anche per questo è molto affascinante. I simboli e il linguaggio delle piante a noi sono ignoti ma questo non vuol dire che non esistono. Un essere vivente che è in grado di procurarsi ogni tipo di nutriente da un granello di terra, dall’atmosfera circostante ed è in grado di assorbire i raggi solari e trasformali in energia, merita stima. Purtroppo però, le piante e la natura, nei tempi moderni, sono un mondo che spesso viene sottovalutato o ignorato completamente. Questo messaggio dunque, ha lo scopo di sensibilizzare e mettere la pulce nell’orecchio a tutti coloro che non smettono mai di interrogarsi sul mondo e che credono che esista ancora molto da scoprire.
Comunicare con le piante
Comunicare con una pianta non è avere a che fare con una creatura morta “come dicono gli spiritualisti indiani sono creature che dormono, silenzione ma autosufficienti” (Reginaldo Lucioli da “Le piante parlano: vita e psichismo dei vegetali“), come dice Lucioli nel suo libro, probabilmente siamo noi che non sappiamo cosa chiedere e come farci capire. Al di là di tutto, è doveroso scendere nel dettaglio per capire meglio quali studi e come questi sono stati condotti, al fine di comprendere se effettivamente le piante comunicano e provano dolore.
Gli studi
Da anni ormai vengono condotti studi su questa controversa questione, nulla è ancora certo, ma come la storia ci insegna, tante volte arriviamo un po’ tardi a capire alcune verità. Per quanto riguarda uno studio condotto dal professore di biochimica vegetale Nicholas Smirnoff è utile sapere che una pianta “ferita”, e quindi privata di parte di una sua foglia, ha emanato un fitormone (jasmonato di metile) che è stato captato da altre piante che a loro volta lo hanno emanto per avvisarne altre. Anche Il Giornale parla di questa questione e cita alcuni studi e ipotesi formulate sia da scienziati che da giornalisti scientifici.
Per Michel Pollan, un giornalista scientifico, anche se le piante non hanno un apparato neuronale non significa che non siano in grado di provare emozioni, sensazioni e quindi di comunicarle. Anche per il dottor Chamovitz ricercatore all’Università di Tel Aviv, dopo un importante esperimento condotto sulla mimosa, è convinto che le piante provino emozioni, che abbiano una memoria e che comunichino tra di loro. Del resto anche Charles Darwin aveva già intuito una cosa simile. L’ha anche resa pubblica all’interno della sua opera “The Power of Movement In Plants” (1880). Darwin ha ipotizzato che in una parte delle radici delle piante esiste un centro di comando che funziona similmente al cervello degli esseri umani e animali.
Questa nuova ipotesi e “scoperta” probabilmente farà andare in tilt i vegani ed i vegetariani. Niente è ancora certo ma le ipotesi ormai sono molte e io credo poco nelle coincidenze. L’unica cosa che l’uomo può fare, per riscattare i suoi peccati da mangiatore di vegetali, è rispettare di più il Pianeta, e sono sicura che la natura sarebbe più che felice di darci il cibo che ci spetta.
Rebecca Romano