Il mercato mondiale è nel caos: Donald Trump impone dazi persino ai pinguini e poi ci ripensa, le borse sembrano le montagne russe e l’oro si trova ai suoi massimi storici come bene rifugio. In questo clima apocalittico, l’ironia è rappresentata dalle perdite dei miliardari che hanno finanziato il tycoon e sostenuto la sua corsa alla Casa Bianca. Negli ultimi tre mesi, Elon Musk ha perso l’intero patrimonio di Bill Gates (135 miliardi di dollari), Jeff Bezos ha visto il suo patrimonio diminuire di 42,6 miliardi e Mark Zuckerberg ha perso 24,5 miliardi. In sintesi, il Presidente degli States continua a seminare incertezza guidato dal suo delirio di onnipotenza ed è felice di dichiarare al mondo che il resto degli Stati può amoreggiare con una parte del suo corpo, così come i miliardari che lo hanno aiutato ad essere eletto.
Le perdite dei miliardari che hanno sostenuto Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca
Nel momento in cui Trump è diventato presidente degli States e il MAGA è risorto di nuovo, tutto il mondo si è chiesto cosa sarebbe successo. Nell’ottica di una società sempre più polarizzata, in cui i pochi ricchissimi e i tanti poverissimi coesistono in una disparità di diritti e opportunità, vedere la vittoria del repubblicano, sostenuto dagli uomini più ricchi del mondo, ha accentuato la totale instabilità di questo periodo storico. Eppure, i mercati dimostrano che il mondo è fatto di tante persone e non di pochi ricchi.
Prendendo come esempio Elon Musk, che è in assoluto l’uomo più ricco del mondo, si possono notare due variabili che in particolare hanno determinato le sue perdite: in primis, tutte le persone che lo ammiravano per le idee futuristiche, soprattutto quelle che hanno sempre osannato Tesla, non hanno preso bene la vicinanza dell’imprenditore al tycoon e nei primi tre mesi le perdite sono state “limitate” al boicottaggio di Tesla, atti vandalici inclusi.
La seconda variabile è rappresentata dai dazi, che hanno fatto crollare le borse e hanno dilapidato il patrimonio di Musk: in poche parole, il CEO di SpaceX ha perso l’intero patrimonio di Bill Gates. Tralasciamo anche il voto di scambio, con Musk che ha offerto milioni di dollari a chi avrebbe votato Trump.
Passiamo a Mark Zuckerberg: una variabile da non sottovalutare è sicuramente l’incoerenza del CEO di Meta. Quando Elon Musk ha acquisito Twitter e lo ha trasformato nel palcoscenico della propaganda X, Meta di Mark Zuckerberg ha lanciato Threads, con la gioia di molti americani di rilievo, primo tra tutti lo scrittore Stephen King.
Così, nell’immaginario collettivo, lo scorso anno Mark Zuckerberg appariva un po’ come l’anti-Musk e vedere oggi gli stretti rapporti del fondatore di Facebook con il tycoon non fa altro che rafforzare la sua immagine di uomo senza scrupoli dedito al guadagno. Ironia della sorte, la guerra dei dazi ha colpito molto duramente i suoi interessi, anche se è probabile che il suo sostegno a Trump sia frutto di una strategia per combattere le normative europee. Purtroppo per lui, nella sua analisi Zuckerberg ha sottovalutato l’instabilità mentale del nuovo Presidente degli Stati Uniti.
Arriviamo al fondatore di Amazon, del grande fiume che dovrebbe migliorare la vita della collettività grazie ai suoi servizi: Jeff Bezos. Probabilmente, Bezos è il più colpito dalla guerra dei dazi, dato che il suo mercato collega merci da tutto il mondo, senza contare i milioni di prodotti venduti su Amazon che provengono dalla Cina. Nel particolare, Bezos non è stato penalizzato dal suo sostegno a Trump, ma è stato penalizzato dalle politiche che Trump ha deciso di attuare dopo la sua elezione.
Per tutti gli esempi citati, è stata fondamentale la volatilità del mercato nel determinare le cospicue perdite.
Trump e il mercato: le contraddizioni del tycoon e gli investitori che tremano
Da quando è stato eletto, Donald Trump ha firmato centinaia di ordini esecutivi, salvo poi ripensarci. La strategia comunicativa di Trump punta all’incertezza ed è risaputo che l’incertezza fa male alle borse. Il 3 aprile 2025 Trump annuncia i dazi ed è felice perché il resto del mondo lo chiama per baciarlo lì. Il 9 aprile Mr. President annuncia una pausa di 90 giorni dai dazi: in questo periodo verranno mantenuti solamente i dazi base al 10% e quelli del 125% destinati alla Cina (dispiace per Jeff Bezos).
Tra le dichiarazioni dell’ottimista Trump e la sua strategia comunicativa basata sull’incertezza, l’unica cosa certa è che non si sa davvero cosa aspettarsi. Sicuramente, l’influenza dei supermiliardari che hanno contribuito all’ascesa del tycoon avrà un impatto sul mercato futuro, persino Elon Musk si è appellato al neoliberismo pubblicando un video del premio Nobel per l’economia Milton Frieldman, considerato il padre del libero mercato.
Purtroppo, l’incertezza del mercato non va a colpire solo i miliardari, ma soprattutto i piccoli investitori, che potrebbero vedere i loro risparmi andare in fumo, confermando che quando sono i potenti a fare le guerre, chi perde è la persona normale, che spera solo di vivere un futuro tranquillo e invece sente di essere sulle montagne russe, proprio come i mercati mondiali questa settimana.