Le parole di Gianni Mion sul crollo del Ponte Morandi dimostrano ancora una volta che la nostra è classe imprenditoriale criminale

Gianni Mion

Intervenuto come testimone nel corso del processo sul crollo del Ponte Morandi, Gianni Mion, storico braccio destro della famiglia Benetton, ha affermato che dopo la segnalazione di problemi strutturali al ponte Morandi ha taciuto per paura di ripercussioni sul suo posto di lavoro.
Dichiarazioni che fanno male e che dimostrano come per la classe imprenditoriale italiana, la tutela dei propri privilegi viene prima della basilare tutela di qualsiasi cittadino.


Non poteva essere diversamente, le parole di Gianni Mion hanno avuto una grande risonanza dopo aver testimoniato nel processo per il crollo del Ponte Morandi avvenuto il 14 agosto 2018, una tragedia che ha ucciso 43 persone.

Dalle parole di Mion si apprende con certezza che quel viadotto avrebbe avuto bisogno di grandi riparazioni, chiusure e molto probabilmente di una demolizione controllata, e la direzione di Autostrade per l’Italia era informata su tutto da anni. Gianni Mion era all’epoca amministratore di Atlantia, la holding finanziaria della famiglia Benetton che controlla Aspi, il cda aveva appreso del rischio di fallimento già nel 2010 in una riunione a cui parteciparono i vertici della società. Stando alle parole di Mion dopo otto anni di inattività, totale indifferenza e silenzio da parte della direzione, decisero di autocertificare nuovamente la messa in sicurezza del ponte .

Così, i limiti strutturali del viadotto erano ben noti alla società che ne aveva in carico la gestione e ai relativi manager, colpevoli di non aver deciso di intervenire finendo per speculare sulla vita delle persone che quotidianamente passavano sul ponte. Se avesse proferito parola, dice Mion, avrebbe potuto avere ripercussioni fino a perdere il suo posto di lavoro milionario e la sua posizione di prestigio nella holding.

Questo atteggiamento dimostra che la classe imprenditoriale del nostro Paese è sempre pronta a sacrificare le categorie più deboli, che possono essere rappresentate da un lavoratore privo di sistemi di sicurezza e protezione, così come da ignari cittadini, con il principale scopo di continuare a incassare profitti da capogiro.

 

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