Hans Leijtens, il direttore attuale di Frontex, ha dichiarato che le ONG non sono più pull factor. Questo contrasta le affermazioni del governo riguardanti le ONG in mare come un fattore di attrazione per le imbarcazioni che trasportano migranti. Secondo il Post, la posizione di Frontex sulla teoria del “pull factor” sembra essere cambiata dopo le dimissioni nel 2022 del controverso direttore Fabrice Leggeri, accusato di avere un approccio ideologico conservatore. Leijtens, inoltre, si è espresso anche sulla situazione migranti tra Italia e Albania affermando che Frontex non può assistere il governo con il Memorandum Italia-Albania
Secondo Frontex le ONG non sono più pull factor per i migranti
Durante un’audizione al Comitato Schengen, un comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, sull’attività di Europol, e in generale sulle questioni che riguardano l’immigrazione, il direttore esecutivo di Frontex, Hans Leijtens, ha affrontato il dibattito sul ruolo delle ONG nelle operazioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale, sottolineando che non esistono prove concrete che le organizzazioni non governative(ONG) siano un fattore di attrazione per i migranti:
“non so se i migranti pensino che valga la pena rischiare perché c’è una nave umanitaria. Fossi in loro non rischierei a salire su barche costruite in 24 ore.”
Ciò contrasta uno dei tanti motivi presentati dal governo di Giorgia Meloni, da sempre in contrapposizione con le ONG, che per giustificare il suo disaccordo, accusa le organizzazioni non governative di inneggiare all’immigrazione irregolare verso l’Europa.
Cos’è Frontex?
Frontex è un’agenzia europea molto potente e influente ed essendo vicina alle questioni migratorie, negli ultimi anni è stata molto coinvolta nel condizionare e applicare la politica migratoria dell’Unione Europea.
La posizione di Frontex riguardo alla teoria delle ONG però non è sempre stata quella di adesso. In passato, quando il direttore dell’agenzia era Fabrice Leggeri, la teoria delle ONG come “pull factor” era al centro di ogni questione. Tutto sembra cambiare dopo la sua dimissione avvenuta nell’Aprile 2022, egli venne accusato di avere un approccio ideologico molto conservatore e soprattutto di avere coperto alcuni respingimenti di massa di richiedenti asilo, illegali secondo le norme europee, compiuti dal personale di Frontex o dagli stati membri.
Dopo che Leggeri uscì di scena, venne sostituito dall’olandese Leijtens e, da quel momento in poi la teoria delle ong come fattori di attrazione viene sostituita con la teoria che adesso che le ong non sono più pull factor.
L’attuale direttore esecutivo di Frontex, oltre ad aver espressamente detto che le ONG non sono più pull factor, ha ribadito la necessità di coordinamento nelle operazioni di soccorso marittimo dei migranti:
“le ONG, se operano sotto la supervisione dei centri di coordinamento del soccorso, possono essere d’aiuto.”
Leijtens ha, in questo modo, evidenziato l’importanza della fiducia e della collaborazione tra tutte le parti coinvolte nelle operazioni di soccorso, inclusi, quindi, anche i governi, le ONG e le agenzie internazionali:
“credono di fare la cosa giusta, ma non possono farla come soggetti indipendenti nel Mediterraneo centrale. Se non agiscono di testa loro possono essere utili, altrimenti complicano molto le cose.”
Frontex dichiara di non poter aiutare l’Italia per i rimpatri dall’Albania
Il direttore esecutivo di Frontex, Hans Leijtens, sempre durante il Comitato Schengen, ha risposto ad una domanda sull’accordo Italia-Albania:
“anche se siamo attivi in Albania, non potremo aiutare l’Italia con i rimpatri da lì perché non ci è consentito farlo da Paesi extra-Ue.”
Purtroppo la questione su come affrontare le emergenze migratorie nel Mediterraneo centrale è assai complessa. Le ONG non sono più pull factor, ma i numerosi dibattiti rispetto alla gestione delle attività di salvataggio e sul coinvolgimento delle organizzazioni umanitarie generano opinioni divergenti tra loro. Si discute sulla migliore strategia da adottare ma la speranza è che il tutto venga fatto rispettando contemporaneamente le leggi internazionali e garantendo una gestione efficace delle emergenze umanitarie.