Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l’unico problema. Per non sentire l’orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi tiene a terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Ma di che cosa? Di vino, poesia o di virtù : come vi pare. Ma ubriacatevi. E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sull’erba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perché l’ebbrezza è diminuita o scomparsa, chiedete al vento, alle stelle, agli uccelli, all’orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che scorre, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, chiedete che ora è; e il vento, le onde, le stelle, gli uccelli, l’orologio, vi risponderanno: “E’ ora di ubriacarsi! Per non essere gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre! Di vino, di poesia o di virtù , come vi pare”
(C. Baudelaire)
Nell’era del 2.0 in cui la sfumatura di ogni personalità viene rigurgitata nella realtà a colpi “tweet” o di “hashtag”, un grande fardello da sopportare è quello della perdizione, quel senso di smarrimento e fragilità che ci accompagna in età odierna ma che allo stesso tempo è già stato sputato fuori dai più importanti poeti e rappresentanti dell’ideologia decadente.
La creazione musicale del sestetto veneto “Le Ombre di Rosso” è un viaggio letterario dai contorni sbiaditi, è un incontro tra i capisaldi della musica popolare e i grandi poeti maledetti a suon di fiaschi e bicchierini di wiskey.
La ricerca poetica del gruppo dai toni onirici e smorzanti nasce dal sodalizio tra il cantautore Fabio Fantuzzi ( il Rosso) , il compositore Andrea Alzetta e i musicisti Nicola Borsoi, Cesare Cusan, Jacopo Mazzer e Paolo Bottecchia.
Finalista al Festival Mondiale della canzone Funebre 2014, autore della piéce This Train is Bound for Glory ( civilitas 2014 a Dario Fo), la band ha anche musicato 5 poesie inedite del poeta Luciano Cecchinel.
Da uno studio che fa leva su tematiche e suggestioni dal sapore “baudelairiano” nasce “Momenti di Lucidità”, disco esordio uscito l’ 1 aprile e registrato presso la Casa della Musica di Conegliano da Marco Verardo e Tommaso Benedetto (YourOhm Mobile Recording Studio) e Jacopo Mazzer (pfM Studio), mixato da Enrico Berto (Mushroom Studio) e masterizzato da Ruggero Pol (Garage Studio), ed è stato prodotto dalla band stessa con il patrocinio del Comune di Conegliano.
Il frutto del duro lavoro dei “Le ombre di Rosso” è composto da 9 tracce, di cui la prima è stata scelta come singolo dalla band per presentare il suo debutto discografico, accompagnato dal video realizzato dalla Factory triestina SONICYUT, girato interamente a Venezia nel febbraio 2016.
La punta di lancio del disco si intitola “Hey vecchio Pazzo”, un appellativo che può sembrare scortese o improprio, ma che cela delle suggestioni dai toni intimi e visionari.
Un antieroe canuto e decadente è protagonista assoluto di un’ubriacatura che ha come sfondo l’affascinante scenario della città di Venezia. É qui che un uomo anonimo e sperduto affronta i propri timori, ansie e frustrazioni.
Durante l’ascolto del disco, le infinite sfumature di rosso porpora presenti nella poetica di ogni traccia sono percepibili come un inno alla celebrazione della vita; un’adesione ideologica fondata sul concetto archetipo del “Dionisiaco”, metafora di vita e fondamento della musica stessa.
L’ubriacatura dei “ Le ombre di rosso” non è altro che una sete di conoscenza che spazia da suggestioni dantesche (“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” ) fino ad arrivare a Steve Jobs (stay hungry stay foolish). Un simbolismo polistrumentale che esplode attraverso il ritmo della musica popolare facendoci venire in mente artisti come Vinicio Caposella o Fabrizio De Andrè.
“Momenti di lucidità” è un capolavoro difficilmente catalogabile, è un mush-up di suggestioni vecchie e nuove, ancestrali e ipercontemporanee.
Serena Mangani