In difesa delle Veline

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Tu non fai versi. Tagli le camicie
per tuo padre. Hai fatta la seconda
classe, t’han detto che la Terra è tonda,
ma tu non credi… E non mediti Nietzsche…
Mi piaci. Mi faresti più felice
d’un’intellettuale gemebonda…

Tu ignori questo male che s’apprende
in noi. Tu vivi i tuoi giorni modesti,
tutta beata nelle tue faccende.
Mi piace. Penso che leggendo questi
miei versi tuoi, non mi comprenderesti,
ed a me piace chi non mi comprende.

E’ opinione diffusa che i poeti e gli intellettuali cerchino nelle donne una mente contorta e una profonda cultura. E’ l’esatto contrario. Un poeta come Guido Gozzano non si era innamorato di una rimatrice o di un’intellettuale, ma della figlia di un farmacista: la Signorina Felicita. Il giovane Guido, infatti, non desiderava incontrare l’ombroso se stesso anche nell’altro, ma voleva incontrare Felicita, o Felicità. E, si sa, la felicità non va mai d’accordo con la cultura: la felicità è spensierata, come la bellezza. Pasolini, poeta omosessuale e “usignolo” del bello, non cercava giovani poeti o scrittori, ma sgommava sulla sua Giulietta Sprint per le borgate romane, alla ricerca di ragazzi sottoproletari. Sembra una contraddizione, ma non lo è affatto.

I poeti non amano i ragionamenti, amano la bellezza; e la bellezza ha tante forme: un dipinto del Cinquecento, una poesia di Montale, ma la bellezza è anche un bambino che mangia un gelato mezzo sciolto sulle dita, una vecchia signora che fa la spesa alla Conad, una rissa a Uomini e Donne o una velina di Striscia. La bellezza è la vita, e la vita non ha confini. Il poeta non ama soltanto la bellezza rinchiusa nei musei, ma il suo amore si rivolge ad ogni forma di bellezza, anche alle veline. Per anni sono state derise ed attaccate a causa della loro libera scelta, gli è stata contestata la mancanza di cultura e di ruolo, e il “Velinismo” ha assunto sempre più un significato dispregiativo, ribadito anche da alte cariche dello Stato quali la Presidente della Camera Laura Boldrini.

Le veline sono la Signorina Felicita, sono i ragazzi di Pasolini, sono la bellezza spensierata della giovinezza. Chi ha cultura non è superiore, ma ha fatto un’altra scelta: l’intelligenza non è superiore alla bellezza, anzi.

Si rimane in estatica contemplazione davanti alla Fornarina di Raffaello o alla Venere di Urbino, e non davanti all’intelligenza di Margherita Hack . La cultura è affascinante, non è bella: ci inginocchiamo in chiesa, non all’università. Come sostiene un filosofo inglese, Roger Scruton, la bellezza incute riverenza e soggezione. La cultura non provoca riverenza, ma interesse e desiderio di conoscere.

La Signorina Felicita, quindi, è bellezza perché “ha fatto la seconda classe”, perché “non medita Nietzsche”. Le veline sono Signorine Felicita e hanno scelto di fare della bellezza la loro vita.

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